NAPOLI. Il Giorno del ricordo è una solennità civile nazionale italiana, celebrata il 10 febbraio di ogni anno. Istituita con la legge numero 92 del 30 marzo 2004, essa vuole conservare e rinnovare «la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale».
La Giornata delle Foibe e la disputa politica
Negli anni, purtroppo, spesso il Giorno del ricordo delle Foibe è stato accostato alle ideologie di destra (in quanto lo sterminio degli italiani, fascisti e non, avvenne a opera del dittatore comunista Tito) e messo in contrapposizione alla Shoah (il Giorno della Memoria, 27 gennaio) ma soprattutto al 25 aprile, l’anniversario della Liberazione italiana dal nazismo e dal fascismo, considerata invece una festa “rossa”.
Tuttavia, le beghe politiche, nei casi come questi, dovrebbero essere invece lasciate da parte.
Contesto storico delle Foibe
Il fenomeno dei massacri delle foibe (gli inghiottitoi carsici della zona del Friuli Venezia Giulia al confine con la allora Jugoslavia) è da inquadrare storicamente nell’ambito della secolare disputa fra italiani e popoli slavi per il possesso delle terre dell’Adriatico orientale, nelle lotte intestine fra i diversi popoli che vivevano in quell’area e nelle grandi ondate epurative jugoslave del dopoguerra, che colpirono centinaia di migliaia di persone in un paese nel quale, con il crollo della dittatura fascista, andava imponendosi quella di stampo filosovietico, con mire sui territori di diversi paesi confinanti.