Lavoro

Anm, i sindacati chiedono acqua potabile per i dipendenti

NAPOLI. L’Organizzazione Sindacale USB, il giorno 21.04.2017, presso la sede di ANM S.p.A., in ambito di procedura di raffreddamento, ha incontrato la delegazione aziendale ANM per discutere di una serie di problematiche, tra le quali il rispetto dell’ obbligo di legge, previsto dal D.Lgs. 81/2008, in capo al datore di lavoro, di mettere a disposizione dei lavoratori nei luoghi di lavoro o nelle loro immediate vicinanze acqua in quantità sufficiente per uso potabile;

L’Azienda a seguito di questa nostra formale richiesta confermava la fornitura di dispenser di acqua potabile da maggio a settembre 2017 e sottoscriveva nel verbale di accordo che “Dopo tale data saranno avviate le procedure per l’estensione del servizio per tutto l’anno”, riconfermando l’impegno e la sensibilità mostrata dal precedente amministratore unico Ing. A. Ramaglia verso i temi della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.

Trascorso il mese di settembre l’Azienda, unilateralmente, a fronte dell’accordo sottoscritto, ha interrotto il sacrosanto diritto dei lavoratori, sancito dalla legge, di disporre di sufficiente acqua potabile sui luoghi di lavoro in osservanza delle norme igieniche atte ad evitarne l’inquinamento e ad impedirne la diffusione di malattie “costringendoli”, laddove possibile, a bere dai rubinetti dei lavamani all’interno delle toilette aziendali;

In alternativa, per bere, i lavoratori devono ricorrere all’utilizzo dei distributori automatici presenti, anch’essi, sui luoghi di lavoro, di proprietà di una ditta privata, comprando una bottiglina di acqua da mezzo litro al costo di 0,50 centesimi di euro. Prezzo assolutamente assurdo, molto al di sopra di una normale attività commerciale, soprattutto se si considera che i distributori automatici sono installati in aree aziendali, in cui è vietato l’accesso al pubblico, utilizzando, per lo più, la rete, di conseguenza, la corrente elettrica di ANM;

Assolutamente lo stato di crisi aziendale debba incidere sui livelli di tutela dei lavoratori, non garantendo diritti essenziali, sanciti dalle leggi nazionali, maltrattando ulteriormente una categoria già provata dalla quotidiana conduzione di mezzi vecchi e usurati, in un clima di forte stress lavorativo condito da aggressioni e atti vandalici da parte di esasperati utenti;

L’Acqua, per sua natura, è un BENE COMUNE, sembra alquanto paradossale che un’Amministrazione che di tale fondamento porta la bandiera possa permettere che nelle proprie partecipate tale diritto non sia garantito o che sia subalterno alle logiche del mercato, imponendone, indirettamente, l’acquisto, e il monopolio tariffario, ad un privato.

L’Unione Sindacale di Base volendo, nuovamente, adottare un comportamento responsabile ma soprattutto volto alla risoluzione della problematica oggetto di procedura, ovvero la tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e il rispetto della dignità individuale e collettiva dei dipendenti dell’ANM, rimane in attesa di sollecita convocazione per una definitiva, positiva e pacifica risoluzione della problematica.

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