Inchiesta

Camorra: quali sono i clan più potenti della zona di Casoria | Clan Vanella-Grassi e clan Moccia

Nell’ultima relazione Dia 2023, rilasciata dal Ministero dell’Interno, sono state raccolte informazioni su oltre 200 famiglie di camorra e posti sotto osservazione migliaia di affiliati, operanti in Campania, sul territorio nazionale e internazionale. La Dia, dai dati studiati, considera la camorra tra le più diffuse e potenti organizzazioni criminali del mondo, con un fatturato annuo di centinaia di miliardi di euro, e nell’ elenco realizzato zona per zona, pone in cima ai più potenti clan di camorra di Casoria, i Vanella-Grassi e il clan Moccia.

Posto di blocco Carabinieri Casoria

Camorra: i clan di camorra più potenti di Casoria, Vanella-Grassi e clan Moccia

Il clan Vanella-Grassi venne fondato negli anni ‘90 da Salvatore Petriccione, 52 anni, detto “O Marenaro” e insieme alla famiglia Moccia formata da Gennaro Moccia, Angelo Moccia, Anna Mazza, Luigi Moccia, Vincenzo Moccia formarono uno dei più potenti gruppi di camorra. Con diverse zone come teste di ponte e diversi sottogruppi d’appoggio. I clan poterono facilmente espandersi e diventare egemoni su tutto il territorio di Casoria e non solo. Il clan Moccia con le sue origini ad Afragola e una storia più antica, aveva una forte presenza anche in zone limitrofe e riuscì a radicarsi anche nel nord Italia e soprattutto nel Lazio, dove iniziò a gestire grossi affari.

Salvatore Petriccione
Salvatore Petriccione

Casoria divenne la roccaforte dei Vanella-Grassi che gestivano grosse piazze di spaccio, un enorme traffico d’armi e le infiltrazioni negli appalti pubblici. Inoltre, gestivano le estorsioni ai commercianti, addirittura con il coinvolgimento di Operatori appartenenti alle Forze dell’ Ordine che venivano corrotti con le classiche “bustarelle”, ma che prontamente vennero scoperti dalle autorità adite, sollevati dall’incarico e condannati per associazione di tipo camorrista.

Blitz Carabinieri Casoria

I tentativi di spodestare i Vanella-Grassi e gli affari con il clan Moccia

Nel corso degli anni diversi sono stati i tentativi di eliminare i Vanella-Grassi e il clan Moccia da parte di altri clan rivali. Un noto episodio di faida si verificò per un commercio d’armi, per il quale la famiglia Amato-Pagano non accettava gli scambi e gli affari tra i Vanella-Grassi e i Moccia. Inoltre, più probabilmente per questioni sentimentali, in un agguato camorrista nel maggio del 1976, venne ucciso Gennaro Moccia, da un commando di sicari, mandato, o almeno così fu ipotizzato, dai clan Giugliano e Magliulo, che all’epoca erano impegnati proprio in una faida con il clan Moccia. Ma al clan Vanella-Grassi e soprattutto ai Moccia non sono mai mancati i mezzi, o gli uomini di esperienza per azioni militari. Solo ultimamente, durante un blitz delle Forze dell’ Ordine, in uno dei loro covi, sono stati sequestrati decine di AK47, con notevole munizionamento, pistole e diverse centinaia di chili di tritolo.

Maria Licciardi
Maria Licciardi

Altri soggetti cardine del clan Vanella-Grassi erano il responsabile economico del gruppo, Giuseppe Corcione e un altro giovane promettente, legato ad una parente della moglie di Umberto Accurso, Roberto Ciuoffi. Ma a dicembre del 2014, vennero arrestati, Corcione, Coppola, Angrisano e Ciuoffi, e subito si ricorse ad organizzare nuovamente il clan con un veloce ricambio di reggenti e di comprimari. Il risultato, venne riportato dalla Dda di Napoli, fu un abbassamento dell’età dei capi e dei quadri intermedi, nonché degli affiliati, con una contestuale riduzione dei tempi di affiliazione.

Le intercettazione di Maria Licciardi contro i Vanella-Grassi

Durante una intercettazione fatta alla boss Maria Licciardi emerse, che in un episodio la boss convocò uno dei “colonnelli” che per le proprie mire espansionistiche sarebbe entrato in contrasto col sanguinario clan Vanella-Grassi e avrebbe rimesso in chiaro il ruolo di subordinato. In quella circostanza le microspie delle forze dell’ordine intercettarono un messaggio preciso: “Tu comandi perché spendi il nome nostro, il nome dei Licciardi”.

Maria Licciardi ha anche ispirato, “Chanel”, un personaggio della fortunata serie TV Gomorra di Roberto Saviano.

Arresto a casoria

Le dichiarazioni dei pentiti contro i Vanella-Grassi

Secondo le dichiarazioni che fece agli organi inquirenti il collaboratore di giustizia “Gegè”, anche dopo l’arresto dei boss, Vanella-Grassi, all’interno del carcere il loro potere non diminuì affatto. Il collaboratore di giustizia fece durissime asserzioni sul personale della Polizia Penitenziaria e sul fatto che per un costo che andava dai 4 mila euro ai 5 mila euro, i boss Vanella-Grassi, come gli affiliati del clan, riuscivano ad arrivare anche “ai piani alti” della gestione dei detenuti.

Con determinate somme di denaro, tangenti, i Poliziotti e i Funzionari facevano spostare i detenuti da una cella all’altra, da un braccio all’altro delle carceri e in alcuni casi addirittura da un carcere all’altro.

Casoria

Così facendo i boss riuscivano a portare avanti indisturbati i propri affari e a dare ordini dall’interno del carcere.

Tanto furono prese seriamente in considerazione le dichiarazioni di “Gegè”, che venne aperta un’indagine e non solo vennero trovate prove a sostegno di esse e messe agli atti, ma diversi altri testimoni fecero deposizioni a riguardo. Il tutto inserito nello stesso filone di indagini che avrebbe portato gli investigatori alle piazze di spaccio presenti nelle carceri di Secondigliano e almeno altri istituti di detenzione. Spaccio e gestione del personale del carcere tutto sotto il comando del clan Vanella-Grassi.

Il clan Vanella-Grassi e il clan Moccia a Casoria oggi

Dopo essere stato colpito duramente dalle Forze dello Stato e dopo diversi scontri avuti con clan rivali, l’intesa Vanella-Grassi con il clan Moccia permane ed è la più potente formazione camorrista di Casoria, con migliaia di affiliati dislocati in aree limitrofe, diverse altre regioni in Italia e all’estero.

Nuovi ras e giovani affiliati rendono stabili gli introiti delle numerose attività illecite.

Angelo Moccia

La relazione Dia

Dai dati ottenuti e studiati dalla Dia, si evince una notevole evoluzione del gruppo Vanella-Grassi e clan Moccia nella gestione degli affari. Si è potuto notare un successo nella creazione di aziende e società di comodo per il riciclaggio del denaro illecito, ricavato dal nuovo mercato che dalle nuove mafie viene definito il “nuovo oro”, l’immondizia e i rifiuti tossici. Questa tipologia di impresa per lo smaltimento dei rifiuti tossici illeciti, dagli Operatori delle Forze Armate viene tecnicamente definita “ecomafia” e restituisce ai clan molto più denaro dello spaccio degli stupefacenti e con minor rischio per i controlli. Attraverso l’acquisto di mezzi di trasporto come camion, ma anche navi, con la contraffazione di bolle di carico e spesso con l’esproprio “forzato” di cave, cantieri e terreni, vengono trasportati via terra e via mare, per essere sotterrati e fatti sparire, migliaia di bidoni contenenti sostanze altamente tossiche, provenienti da diverse zone, soprattutto del nord Italia e nord Europa. Ma la Dia segue con attenzione il caso da diversi anni, e nonostante i diversi interventi fatti attraverso operazioni e maxiblitz, il fenomeno persiste e resta un vero e proprio cancro da eliminare definitivamente e al più presto.

Ogni anno, infatti, sono migliaia i morti dovuti alle malattie causate dall’ inquinamento da sostanze tossiche registrate in queste aree, compresa Casoria.

Giuseppe De Micco

Giuseppe De Micco è un giornalista di inchiesta. Si occupa soprattutto di criminalità organizzata in Campania

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