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Enrico Panini: “No alla chiusura delle Coop in Campania”

NAPOLI. L’assessore al bilancio del comune di Napoli Enrico Panini, su fb, ha pubblicato uno stato nel quale parla dei punti vendita della Coop all’Arenaccia e Santa Maria, punti vendita che purtroppo saranno a breve dismessi.

Enrico Panini e la Coop

“Nei prossimi giorni la Coop abbandonerà l’Arenaccia e Santa Maria. l pochi altri insediamenti superstiti in Campania saranno dismessi a breve, da ciò che si apprende.

Queste dismissioni rappresentano un danno per il territorio, per centinaia di lavoratori, per migliaia di soci. Per il territorio perchè la cooperazione è sempre stata, con tutti i limiti che vogliamo, comunque un punto distintivo in termini di legalità, di scelte rivolte al consumo, di rapporti con il territorio. Per i lavoratori perché dal poco che sappiamo (trasparenza vo’ invocando) è stato individuato un soggetto imprenditoriale che subentrerà assorbendo tutti i lavoratori. Ciò, al minuto zeropiù uno del subentro notturno. Ma non vi sono garanzie per il futuro. E, se fra pochi mesi, chi è subentrato cambia le regole che cosa dirà il mondo della cooperazione? Dirà “dura lex sed lex”?
Per migliaia di soci che avevano creduto ed investito nel prestito sociale, che alimenta una parte importante della cooperazione, nonostante la crisi e le difficoltà di ognuno.

In questi anni Luigi de Magistris è intervenuto, ha scritto, incontrato, telefonato, sollecitato. Nonostante ciò nulla è cambiato: la coop abbandona Napoli e la Campania e lo fa alle stesse regole del mercato.

Sono addolorato. Il mercato non è regolato da un santo ma l’imprenditoria deve anche sapersi distinguere. E a Napoli, anche nel campo della cooperazione, abbiamo esempi importanti che vanno in altra direzione. Penso a mio papà che, su indicazione del Partito, cambiò l’assicurazione dell’auto per aiutare la cooperativa; penso a centinaia di lavoratori che rinunciarono a tanto per fare grande la cooperativa; penso al mondo dei consumatori che si sono “affidati”.

Tutti dimenticati da ragionieri della finanza, senza cultura e senza storia. No, voi non siete solo un’impresa. Voi siete un progetto diverso. Se fuggite vi rassegnate ad essere come tutti. E noi ci arrabbiamo, e molto”.

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