Inchiesta

Quali sono i clan di camorra più potenti della zona di Lettere, Gragnano, Pimonte e Agerola | La storia e i protagonisti, il clan Afeltra-Di Martino

Quali sono i clan di camorra più potenti della zona di Lettere, Gragnano, Pimonte e Agerola? L’organizzazione criminale più potente del mondo è la camorra. A dichiararlo è la Dia, il Reparto di Investigazione di massimo livello, la cui relazione 2023 aggiornata è stata di recente pubblicata dal Ministero dell’Interno. Le indagini svolte su oltre 200 famiglie di camorra hanno permesso di identificare migliaia di affiliati operanti in Campania, in altre regioni italiane e nazioni. Inoltre, la camorra, presente in diversi continenti, fattura annualmente centinaia di migliaia di milioni di euro. Il resoconto che segue riguarda il più potente clan di Lettere, Gragnano, Pimonte e Agerola, il clan Afeltra-Di Martino.

Camorra: il clan più potente della zona di Lettere, Gragnano, Pimonte e Agerola, il clan Afeltra-Di Martino, la storia

Il clan Afeltra-Di Martino, attivo su un vasto territorio comprendente i comuni di Lettere, Gragnano, Pimonte, Agerola e zone dei Monti Lattari, ebbe la sua genesi tra gli anni ‘90 e 2000. Il clan Afeltra-Di Martino, prese il nome dalle due famiglie che lo fondarono, i quali esponenti, decisero di formare un’unica e potente organizzazione criminale, essendo imparentati e aventi interessi convergenti. Un patto federativo stretto tra il clan Afeltra-Di Martino, il clan D’Alessandro di Castellammare di Stabia e il clan Cesarano di Pompei, creò un cartello che divenne una vera e propria potenza militare, imprenditoriale, manageriale e politica, con scopi devianti e criminali.

Monti Lattari
Monti Lattari

Il clan Afeltra-Di Martino e Paolo Carolei, il mediatore

Esponenti delle famiglie Afeltra e Di Martino, prima di costituire un proprio clan indipendente, erano già da tempo presenti negli scenari criminali ed avevano avuto ruoli importanti in altre organizzazioni, con forti legami soprattutto con i clan D’Alessandro e Cesarano. Fu attraverso la mediazione della figura di Paolo Carolei che l’alleanza tra i clan D’Alessandro, Cesarano e Afeltra-Di Martino prese vita. Paolo Carolei, fu un malavitoso al quale vennero conferiti diretti poteri gestionali, per il riciclaggio ed i reinvestimenti dei proventi illeciti acquisiti dal cartello. Paolo Carolei, si distinse gradualmente come killer, mente economica e finanziaria del clan D’Alessandro.

Paolo Carolei
Paolo Carolei

Il clan Afeltra-Di Martino: i Monti Lattari, la Jamaica d’Italia

I Monti Lattari, catena montuosa, della quale il Monte Faito ne è la vetta più alta, per la loro naturale conformazione, ricca di vaste aree con vegetazione incolta e impervia, comprendono molti punti difficili da individuare e raggiungere. Tali caratteristiche furono sfruttate dal clan Afeltra-Di Martino, per creare “masserie roccaforti” dove tenere summit, nascondersi durante le latitanze, occultare veri e propri arsenali di armi, enormi quantitativi di sostanze stupefacenti e anche vaste piantagioni, a cielo aperto, di marijuana. Le enormi quantità di marijuana prodotte dal clan Afeltra-Di Martino sui Monti Lattari che, fecero conferire a quelle zone l’appellativo di “Jamaica d’Italia”, venivano immesse sulle piazze di spaccio gestite dai gruppi della federazione criminale, nei comuni di Lettere, Gragnano, Pimonte, Agerola, Castellammare di Stabia, Pompei e zone limitrofe. Nelle casse del cartello Afeltra-Di Martino, D’Alessandro, Cesarano, entrarono stratosferiche quantità di denaro, centinaia di milioni di euro.

Piantagione di marijuana a cielo aperto sui Monti Lattari del clan Afeltra-Di Martino
Piantagione di marijuana a cielo aperto sui Monti Lattari del clan Afeltra-Di Martino

Le operazioni delle Interforze dello Stato nei confronti del clan Afeltra-Di Martino

Le Interforze dello Stato, misero in atto l’operazione “Green Life”, con sequestri effettuati dai Carabinieri della Compagnia di Castellammare di Stabia e dagli Squadroni Eliportati Cacciatori di Calabria e di Puglia.
L’operazione congiunta portò ad un arresto eccellente, al sequestro di 42 chili e mezzo di marijuana, 39 piante di cannabis indica, 260 proiettili, armi da guerra e pistole.

A finire in manette per ricettazione e per detenzione illegale di armi e munizioni fu proprio Francesco Di Martino, co-fondatore e boss del clan camorristico Afeltra-Di Martino.

Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria 4

A Pimonte, i Carabinieri della locale stazione, insieme ai Cacciatori di Calabria, perquisirono l’abitazione del boss, dove furono rinvenute, diverse pistole di vario calibro e munizionamento. Una delle pistole, risultata rubata, era pronta all’uso con colpo in canna ed altri sette proiettili nel caricatore.

A Gragnano, nella località “Forma” sui Monti Lattari, i Carabinieri locali con il supporto dei Cacciatori di Puglia rinvennero in un’area demaniale, difficilmente raggiungibile perché coperta dalla vegetazione, un sacco con all’interno 2 chili e 300 grammi di marijuana e una busta in plastica con dentro 50 cartucce calibro 12, fucili Kalashnikov e altre armi pesanti.

Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria
Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria

Decisivi anche i droni delle Interforze dello Stato, di ultima generazione, equipaggiati con telecamere termiche e altri dispositivi tecnologici per la ricerca di latitanti.

Clan Afeltra-Di Martino: figure di spicco


● Francesco Di Martino, co-fondatore e boss del clan
● Leonardo Di Martino, detto ‘o lione, parente degli Afeltra
● Antonio Di Martino, figlio del boss Leonardo Di Martino
● Raffaele Afeltra, detto ‘o borraccione, boss del clan
● Paolo Carolei, mediatore dell’alleanza con i clan D’Alessandro e Cesarano
● Giuseppe Gentile, boss del clan

Antonio Di Martino
Antonio Di Martino
Raffaele Afeltra
Raffaele Afeltra
Giuseppe Gentile
Giuseppe Gentile

Relazione Dia

Dai risultati delle indagini svolte sul campo, inseriti nella relazione Dia aggiornata al 2023 e pubblicata dal Ministero dell’Interno, si evince che il clan Afeltra-Di Martino è egemone su una vasta area delle province a sud di Napoli.

Nei Comuni di Lettere, Gragnano, Pimonte e Agerola, recenti risultanze giudiziarie confermerebbero l’operatività dello storico clan Afeltra-Di Martino, connotato da elevata capacità militare, documentata dal sequestro di numerose armi eseguito durante l’esecuzione di operazioni delle Interforze dello Stato, nonché tradizionalmente dedito alla coltivazione e alla cessione di sostanze stupefacenti.

Lettere
Lettere

Infine, domenica 11 dicembre 2022, a Lettere, 2 soggetti, di cui uno pregiudicato, sono stati feriti da un giovane incensurato con un fucile da caccia, episodio sintomatico di possibili tensioni in atto in quel territorio.

Sabato 2 luglio 2022, ad Agerola, le Interforze dello Stato hanno tratto in arresto in flagranza di reato un elemento di spicco del clan Afeltra-Di Martino accusato di detenzione illegale di armi e munizioni da guerra sepolte in un fondo di proprietà dell’arrestato. Venivano rinvenute una pistola con caricatore e cartucce, una mitragliatrice con matricola abrasa munita di silenziatore, con tre caricatori e relativo munizionamento e munizioni di vario calibro. Venerdì 22 luglio 2022, sempre ad Agerola, gli Operatori dell’Arma dei Carabinieri hanno arrestato in flagranza un’altra persona per detenzione illegale di armi, ritenuto figura apicale del clan Di Martino.

Squadrone Eliportato Cacciatori di Puglia
Squadrone Eliportato Cacciatori di Puglia

Il clan Afeltra-Di Martino oggi

Nonostante i duri colpi ricevuti dalle Interforze dello Stato, l’arresto e il decesso di soggetti cardine del gruppo, il clan Afeltra-Di Martino non si è disarticolato.

Attraverso un ricambio generazionale dei ras, un riassetto della linea di comando e l’affiliazione di nuove leve, l’organizzazione permane stabile ed egemone sui territori sotto il proprio controllo. I rapporti mantenuti solidi con gli storici alleati, hanno garantito la continuità del clan Afeltra-Di Martino.

Pimonte
Pimonte

Gli affari permangono il traffico di armi, di sostanze stupefacenti, la creazione e gestione di piazze di spaccio con relativo “organico”, l’imposizione di pagamenti di estorsioni ad attività commerciali, ad aziende edili e la gestione di sale da gioco d’azzardo illecite. Inoltre, attraverso faccendieri, imprenditori, funzionari pubblici e politici sottoposti al clan, l’organizzazione ha acquisito enormi capacità di infiltrazione nelle amministrazioni pubbliche, nella manipolazione di gare d’appalto, di appropriazione di fondi pubblici e il monopolio nella gestione dei rifiuti. Creando società finanziarie e di investimento, i soldi ricavati dalle attività illecite, vengono riciclati e reinvestiti in attività “pulite”, intestate a prestanomi.

La compravendita di terreni e di immobili, la gestione di centri commerciali, le forniture di prodotti alimentari e gli investimenti in negozi di abbigliamento, insieme alle attività illecite sopra citate, fanno confluire nelle casse dell’organizzazione, centinaia di milioni di euro.

Infine, il gruppo può contare su affiliati, killer, altamente preparati dal punto di vista “militare”, che consentono un pieno controllo dei territori d’interesse.

Agerola
Agerola

Per tutte le caratteristiche che lo contraddistinguono, per le enormi capacità militari e manageriali, di rigenerazione ed evoluzione, il clan di camorra più potente della zona di Lettere, Gragnano, Pimonte e Agerola, è il clan Afeltra-Di Martino.

Giuseppe De Micco

Giuseppe De Micco è un giornalista di inchiesta. Si occupa soprattutto di criminalità organizzata in Campania

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