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Napoli: arriva l’ergastolo per i 4 imputati colpevoli di duplice omicidio

NAPOLI. Arriva l’ergastolo per i 4 imputati di duplice omicidio. È stato deciso questa mattina dai giudici nel caso di duplice omicidio dei boss Bellofiore e Sebastiano.

Napoli: arriva l’ergastolo per i 4 imputati colpevoli di duplice omicidio dei boss

Gli imputati sono stati condannati: 4 ergastoli per altrettanti imputati. Lo hanno deciso questa mattina i giudici al termine del processo iniziato per il duplice omicidio dei boss Raffaele Bellofiore e DOmenico Sebastiano. L’omicidio avvenne nel rione Toiano nel 1997. La sentenza è di poco fa ed è valida per 4 soggetti: Gennaro Longobardi, Gaetano Beneduce, Salvatore Cerrone alias “o biondo” e Nicola Palumbo, alias “faccia abbuffata”.

Per la prima volta viene emessa una sentenza di carcerazione a vita nei confronti di esponenti dei clan presenti nell’area flegrea.


tribunale


L’accusa degli impuntati

La ricostruzione dei fatti finita nell’ordinanza di custodia cautelare a carico dei quattro imputati è stata discussa oggi in tribunale durante il processo. L’agguato era stato organizzato per uccidere i due boss della camorra puteolana con l’intento di entrare nel loro “quartier generale” al Rione Toiano con un commando di fuoco. Venne rubato un furgone a Gaeta in cui viaggiavano almeno 4 soggetti, tutti incappucciati e muniti di fucili da guerra. Con loro anche uno “specchiettista” che aveva il compito di avvisare i 4 quando in strada sarebbero arrivati gli obiettivi designati.

I dettagli

Una sparatoria spietata nei confronti dei due boss rincorsi e bersagliati da vicino con una lunga serie di colpi. I dettagli sono stati raccontati dal collaboratore di giustizia, nonché ex capozona di Quarto del clan Polverino, Roberto Perrone.

Nel processo il comune di Pozzuoli si è detta parte civile ed il risarcimento stimato sarebbe di 20mila euro, mentre i 4 condannati resteranno in carcere a vita.

Le parole del collaboratore di giustizia

«Giuseppe Polverino quando seppe nel dettaglio come erano andate la cose si arrabbiò molto perché Gennaro Longobardi, dopo avere colpito con il fucile a pompa una delle due vittime sfigurandola, si alzò il passamontagna e gli sputò in faccia».

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