Cronaca

“Regali ai vigili per controlli soft”, due vigili e un imprenditore in manette

"500 euro come regalo per controlli soft"

Soldi in cambio del silenzio su abusi edili a Napoli: sono finiti in manette due vigili e un imprenditore. Secondo quanto riportato dal Mattina, sono 500 euro i regali per i controlli soft. Due appartenenti alla Polizia municipale di Napoli e un imprenditore sono stati arrestati dai finanzieri del Comando provinciale di Napoli venerdì 30 settembre in esecuzione di un’ordinanza emessa dal gip di Napoli, su richiesta della seconda sezione della Procura di Napoli.

Soldi in cambio del silenzio per lavori abusivi

Tre persone, due vigili e un imprenditore, sono gravemente indiziati dei reati di corruzione, falso in atto pubblico e ricettazione. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, l’imprenditore avrebbe corrisposto una somma di denaro a uno dei vigili urbani per proseguire i lavori abusivi che aveva in corso di realizzazione.

Successivamente i due appartenenti alla Polizia municipale di Napoli, d’intesa con l’imprenditore, avrebbero attestato falsamente che nessun lavoro era in corso. Infine, l’imprenditore sarebbe stato trovato in possesso di schede carburanti, risultate rubate al Comando logistico dell’Esercito.

“Regali ai vigili per controlli soft”, due vigili e un imprenditore in manette

“500 euro come regalo per controlli soft”. Queste le parole finite nell’inchiesta che ha portato all’arresto dei due agenti e di un commerciante. Tutto sarebbe correlato ai lavori di ristrutturazione all’interno di un negozio in via Pessina, dove erano stati commessi abusi edilizi: avevano fatto lavori di rimozione di una scala interna che non erano mai stati autorizzati. 
Per evitare verifiche e sanzioni salate, il commerciante si sarebbe rivolto ad un conoscente delle forze dell’ordine dando inizio ad accordi ritenuti clandestini. I finanzieri avrebbero scoperto una sorta di pro memoria: 500 euro, a mo’ di regalo «in favore dell’antiabusivismo», secondo quanto sarebbe emerso da un inventario trovato all’interno di un ufficio usato dallo stesso commerciante, nel porto di Napoli.

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