Cronaca

Delitto Ammaturo, Melillo: “Dopo 40 anni pronti a riaprire il caso”

La nuova inchiesta legata all'arresto del brigatista Cinquegranella

Dopo 40 anni arriva la riapertura del caso dell’omicidio del vicequestore Antonio Ammaturo, lo ha dichiarato Giovanni Melillo. L’annuncio, secondo il Mattino, è avvenuto dal procuratore nazionale Antimafia nel corso della tredicesima edizione del Premio dedicato al poliziotto scomparso. La nuova inchiesta è legata all’arresto del brigatista Cinquegranella.

Omicidio Antonio Ammaturo, la riapertura del caso

Era la mattina del 15 luglio del 1982, circa 40 anni fa, quando in piazza Nicola Amore un commando brigatista uccise il vicequestore Antonio Ammaturo e l’agente scelto Pasquale Paola che lo attendeva in auto.

Ieri tante personalità istituzionali hanno partecipato alla tredicesima edizione del Premio dedicato al poliziotto scomparso alla presenza della sua famiglia. Non è stata solo l’occasione di ricordare un dramma e il sacrificio compiuto ogni giorno dai poliziotti, ma anche l’occasione di poter annunciare la riapertura del caso.

Le nuove svolte

Le indagini sul caso potrebbero essere, quindi, riaperte. “Le indagini sull’omicidio di Ammaturo – ha annunciato nel suo intervento Giovanni Melillo, procuratore nazionale Antimafia – saranno riaperte non appena saranno determinate nuove condizioni”.

La condizione necessaria è arrestare Renato Cinquegranella, ancora latitante da 20 anni dopo essere evaso per ben due volte dal carcere. “È possibile riaprire le indagini perché sono ancora vive le persone che sanno cosa accadde, a cominciare dal camorrista latitante dal 2002 evaso per la seconda volta, per un permesso concesso dalla magistratura di sorveglianza”.

Luci e ombre di un mistero irrisolto da 40 anni

Sull’omicidio è stato scritto anche un libro “Luci e ombre di un mistero irrisolto”, redatto dal Pierluigi Larotonda, con la prefazione di Simone De Meo per Giazira Scritture. Le tesi del libro incrociano il triste destino del vicequestore con quelle mai chiarite interlocuzioni tra Stato, Br e criminalità organizzata. Nel testo sono ricordate due lettere inviate dal vicequestore Ammaturo, una spedita anche all’allora ministro dell’Interno, ma mai giunte a destinazione.

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