Cronaca

Inchiesta Fanpage, Cantone: “C’è ancora qualcuno che inquina”

NAPOLI. Appalti per la rimozione delle ecoballe, parla il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone.

Rifiuti, l’intesa tra Anac e la Regione Campania

In una intervista al quotidiano Il Mattino Cantone ha parlato dell’intesa stipulata tra Anac e Regione Campania, “un protocollo di vigilanza collaborativa, dal momento in cui furono messi a disposizione dal governo i fondi per lo smaltimento delle ecoballe. Questo protocollo ci ha consentito di monitorare tutta l’attività connessa alle gare eseguite. Abbiamo preso visione degli atti prima che fossero adottati, lavorando sulle bozze di capitolati e di bandi di gara. I nostri rilievi sono stati in gran parte accolti. Di più, abbiamo valutato in sede di aggiudicazione dell’appalto l’esistenza di condizioni ostative. E nelle prime procedure di gara abbiamo disposto anche la presenza della guardia di finanza”.

In un primo momento, come riferito da Cantone, le gare per l’aggiudicazione degli appalti sono andate deserte, poi la situazione si è sbloccata grazie a uno snellimento delle procedure. Raffaele Cantone, nell’intervista, ha quindi parlato della vicenda rifiuti venuta alla luce nei giorni scorsi.

Rifiuti, un sistema ad alto tasso di inquinamento criminale

«Quello dei rifiuti è in assoluto il sistema a più alto tasso di inquinamento criminale. Basterebbe guardare quante interdittive antimafia lo attraversano. Sono un segnale inequivocabile della presenza di interessi della camorra. Questo settore non solo garantisce enormi utili, ma rappresenta anche un serbatoio di lavoro nero o grigio per la manovalanza».

“Sma fuori dalla nostra vigilanza”

E, sulla Sma: «La Sma è fuori dalla nostra vigilanza collaborativa. Ciò vuol dire che non abbiamo preso visione dei bandi di gara. Ma di nostra iniziativa abbiamo acceso un faro nei mesi scorsi, disponendo un’ispezione della guardia di finanza. Gli esiti, sui quali non posso esprimermi, sono stati da tempo inviati alla procura di Napoli».

L’inchiesta Fanpage e il commento di Cantone

Raffaele Cantone ha commentato anche la vicenda legata all’inchiesta Fanpage: «Mi pare che la vicenda smentisca da sé chi in questa campagna elettorale propone di archiviare il nuovo codice degli appalti, per tornare ad avere mani libere sulle procedure. Più si creano meccanismi di deregulation, più si legittimano urgenze e rimedi meno trasparenti. Poi c’è un secondo aspetto. Queste società sono entità ambigue. Lavorano in parte come attori privati e in parte come soggetti pubblici. La loro anomalia agevola le perturbazioni più gravi. Tra l’altro sono state implementate quasi sempre senza concorsi pubblici, attraverso nomine eseguite con logiche politiche. Si occupano di settori delicati, dietro i quali si annidano grandi interessi economici. Così rappresentano delle vere e proprie bombe ad orologeria».

Il magistrato ha ammesso che «dopo l’emergenza della Terra dei fuochi, abbiamo creduto che certi meccanismi di smaltimento illegale appartenessero al passato. Ci accorgiamo ora che un pezzo dello smaltimento dei rifiuti avviene in modo irregolare. Tu portami il tubo, dice uno dei personaggi filmati, noi lo mettiamo nelle fognature».

No comment su De Luca

Cantone, invece, non commenta la vicenda relativa a Roberto De Luca: «Su questo aspetto mi astengo da qualsiasi considerazione. Riguarda questioni politiche e credo che da parte mia non sia opportuno esprimermi».

“No all’agente provocatore”

E ancora, sulla inchiesta di Fanpage: «Questa inchiesta mostra uno spaccato inquietante. E, al netto delle valutazioni sul metodo adottato, illumina un sistema di gestione dei rifiuti che resta opaco, a dispetto di ogni contromisura adottata. Dal punto di vista del risultato rientra nella cosiddetta funzione del cane da guardia propria del giornalismo d’inchiesta».

Cantone si dice d’accordo anche con quanto sostenuto dalla procura relativamente all’inchiesta, ossia l’ipotesi di istigazione alla corruzione: «Non posso che essere d’accordo con quanto sostiene la procura. Per ora stiamo vedendo solo il materiale giornalistico. Quando gli atti giudiziari saranno pubblici, capiremo il livello di inquinamento probatorio. Ma le affermazioni di un magistrato, anche cauto, come Giovanni Melillo, non sono causali: è evidente che questo rischio c’è e lo apprezzeremo».

Raffaele Cantone si dice quindi in disaccordo con l’utilizzo del cosiddetto “agente provocatore”.

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