Cronaca

Si indaga sugli straordinari all’Asl Napoli 1: ecco perché

NAPOLI. La Corte dei conti sta analizzando la questione degli “straordinari” all’Asl Napoli 1. La Guardia di finanza, infatti, è entrata in possesso di tutta la documentazione degli otto ospedali napoletani che rientrano in questa divisione dell’Asl, chiedendo ai dirigente di ogni struttura di fornire le carte in cui sono segnalate le ore in più distribuite ai dipendenti di servizi sanitari e amministrativi. In particolar modo, come precisa Repubblica, le ore che si riferiscono al triennio 2014-2016.

Scandalo straordinari all’Asl Napoli 1

L’indagine, coordinata dal viceprocuratore generale Saverio Galasso, è partita dalla “segnalazione di diverse irregolarità riguardanti l’elargizione dello straordinario presso i presidi ospedalieri”. Gli accertamenti, delegati al Nucleo polizia economico-finanziaria del gruppo Tutela spesa pubblica, partono dalle norme che limitano le spese delle regioni in piano di rientro dal debito sanitario.

Ad insospettire è il blocco del turn over che non consente di fare nuove assunzioni per sostituire il personale andato in pensione. Il sistema costringe così a tirare la cinghia con un sovraccarico di lavoro per i dipendenti rimasti in servizio.

Se non ci sono altre soluzioni, però, si ricorre agli straordinari. Si tratta di una deroga concessa a inizio anno grazie a un budget assegnato alle singole strutture.

Per questo la Procura contabile sta lavorando al fine di valutare eventuali ipotesi di danno erariale. Basta dare un’occhiata alla documentazione richiesta dalla Gdf ai dirigenti dei singoli ospedali: richieste di acquisizione che sono andate avanti per giorni nell’ultimo mese. Dalla “dotazione organica” dei tre anni sotto esame al “numero di dipendenti che hanno lavorato in straordinario”, ai dati sullo sforamento del budget e fino “agli eventuali accordi sindacali sulle indennità accessorie”.

Tutto questo deve essere corredato da un “prospetto” con i dati dei dipendenti, cioè ruolo e ore straordinarie pagate. Ma soprattutto la Procura vuole verificare se sia stata adottata la “riorganizzazione del personale avanzata alla direzione generale anche alla luce di una nota del 9 luglio 2014” emanata dall’ex manager Ernesto Esposito. Cosa diceva quel documento? Prima di tutto allertava i vertici amministrativi e sanitari che per l’anno 2014 il budget era in esaurimento per la stessa fine di luglio.

Nello specifico l’ex direttore generale si riferiva allo “sforamento che ne conseguirà, di notevolissima entità” tanto da poter diventare “eventualmente oggetto di rilievi della Corte dei conti”. E perciò invitava contestualmente ad “adottare ogni possibile iniziativa finalizzata al contenimento dei consumi individuando soluzioni finalizzate a ridurre le spese relative al personale” per “scongiurare ogni responsabilità contabile, diretta e personale”.

Quel che l’indagine vuole chiarire oggi è se le proposte arrivate poi ai vertici della Asl – come risulta a Repubblica – siano state davvero adottate. In caso contrario ci sarebbe la prova di un comportamento negligente, responsabile dello spreco di risorse. Resta il fatto che l’anno successivo, a giugno 2015 alcuni direttori dell’Asl scrissero che “nel prendere visione del budget attribuito, evidenziamo che gli importi assegnati sullo storico e non in precedenza contrattati, risultano insufficienti per garantire la gestione dei presidi e il mantenimento dei livelli essenziali di assistenza”.

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