Cronaca

11 settembre: il giorno che sconvolse l’America e il mondo intero

11 settembre, 17 anni dopo. Gli Stati Uniti ricordano tutte le vittime della tragedia che ha sconvolto l’America – e il mondo intero – nel 2001. Pochi giorni fa è apparso su YouTube un nuovo video del terribile momento in cui le Torri Gemelle sono venute giù . Nel filmato – girato da Mark LaGanga, allora operatore della Cbs, e della durata di circa 30 minuti – si ripercorrono gli attimi tragici di quella mattina con i soccorsi in azione e la gente che si allontana e corre via spaventata. “È venuto tutto giù, un inferno”, racconta un soccorritore, sporco di cenere. Nonostante gli dicano di allontanarsi, l’operatore si spinge dentro la Torre Nord ancora in piedi: “Sta per crollare tutto anche qui”.


LA CELLULA

Sono 19 i terroristi kamikaze che hanno partecipato all’attentato dirottando quattro aerei: due che si vanno a schiantare contro le Torri Gemelle, uno contro il Pentagono mentre un quarto precipita in Pennsylvania prima di raggiungere l’obiettivo. Questa la drammatica sequenza degli attacchi.

GLI ATTACCHI – Ore 8 e 40: la Federal Aviation Administration (Faa) avverte il Norad, il comando di difesa a

Ore 8 e 46: il Boeing 767 – il volo 11 dell’American Airlines, in servizio da Boston a Los Angeles – pilotato dai kamikaze si schianta contro la Torre Nord del World Trade Center tra il 94esimo e il 98esimo piano. Al momento dell’impatto l’aereo viaggia a una velocità di circa 760 chilometri orari.

Ore 9 e 03: un altro Boeing, il volo 175 della United Airlines con 65 persone a bordo, in volo da Boston a Los Angeles, si schianta contro la Torre Sud ad una velocità di 950 chilometri all’ora, tra il 78esimo e l’84esimo piano. Le telecamere dei media, allertati dal primo schianto, riprendono la scena in diretta televisiva.

Ore 9 e 10: mentre sta parlando ai bambini di una scuola a Sarasota, in Florida, il presidente George W. Bush viene informato dal capo dello staff Andrew Card di quanto sta accadendo.

Ore 9 e 31: Bush parla alla Nazione. ”Siamo nel pieno di una tragedia nazionale: due aerei si sono schiantati contro il World Trade Center in quello che sembra essere un attacco contro il nostro Paese”.

Ore 9 e 43: il volo 77 dell’American Airlines, con 64 persone a bordo, si schianta contro il Pentagono, colpendo uno dei cinque lati dell’edificio. Bush autorizza l’abbattimento di qualunque altro aereo che minacci obiettivi a Washington.

Ore 9 e 45: gli edifici di governo a Washington, compreso il Congresso e la Casa Bianca, vengono evacuati per ”il pericolo reale di una minaccia terroristica”.

Ore 9 e 49: la Federal Aviation Administration blocca tutti i decolli aerei nel Paese e ordina agli aerei in volo di atterrare all’aeroporto più vicino. I voli internazionali in arrivo negli Stati Uniti vengono deviati verso il Canada.

Ore 9 e 58: un numero delle emergenze in Pennsylvania riceve una telefonata da un passeggero del volo 93 della United Flight che spiega che l’aereo è stato dirottato.

Ore 10 e 03: il volo 93, con 44 persone a bordo, in servizio dall’aeroporto di Newark, New Jersey, a San Francisco, si schianta in Pennsylvania, nei pressi di Skanksville, circa 128 chilometri a sud est di Pittsburgh, dopo che i passeggeri, avvertiti dai propri familiari di quello che sta accadendo, decidono di ribellarsi contro i dirottatori.

Ore 10 e 05: crolla la Torre Sud del World Trade Center, la seconda colpita in ordine di tempo.

Ore 10 e 10: crolla una parte delle mura esterne del Pentagono.

Ore 10 e 29: crolla anche la Torre Nord. Lo skyline di New York è alterato per sempre. Tutta Lower Manhattan è invasa da polvere, macerie e detriti.

Ore 10 e 30: tutti i mercati finanziari americani sospendono le contrattazione per l’ondata di attacchi.

Ore 10 e 38: una quarta esplosione si verifica tra le rovine del World Trade Center: viene sospesa l’erogazione del gas.

Ore 11: il sindaco di New York, Rudolph Giuliani, ordina l’evacuazione immediata di tutta Lower Manhattan. Chiuso anche il Palazzo di Vetro, sede delle Nazioni Unite, e tutte le sedi di attività federali a Washington e a New York vengono interrotte.

Ore 12 e 39: Bush annuncia che i responsabili saranno catturati e puniti.

Ore 13 e 20: il presidente lascia la base dell’aeronautica militare di Basksdale, Los Angeles, per una località segreta.

Ore 13 e 44: il Pentagono attiva 5 navi da guerra e due portaerei sulla costa est per dare supporto nella difesa delle zone di New York e Washington.

Ore 13 e 50: il sindaco di Washington, Anthony Williams, dichiara lo stato di emergenza nella capitale federale.

Ore 16 e 30: Bush ritorna alla Casa Bianca a bordo dell’Air Force One.

Ore 17 e 25: otto ore dopo il crollo delle Torri, cade anche l’edificio numero 7 del World Trade Center.

Ore 20 e 30: in un discorso televisivo alla Nazione, il presidente Bush dichiara: “Puniremo i responsabili e i Paesi che li proteggono”. E ancora: ”La caccia a quelli che stanno dietro a queste azioni diaboliche è iniziata”.

BUSH – Con queste parole, pronunciate nella notte dell’11 settembre, George W. Bush dà il via all’indagine più grande della storia dell’Fbi. Un’indagine cui partecipano migliaia di ‘fed’ e altre agenzie investigative che ricevono, solo nei primi giorni, 47mila indizi. Una vera e propria caccia ai complici dei responsabili degli attentati e delle cellule terroristiche che, dall’interno degli Usa e in altri Paesi, hanno preparato per anni l’attacco, fino al 10 settembre impensabile, al cuore dell’America.

LE INDAGINI – Il primo puzzle che gli investigatori americani si sono trovati a dover ricostruire è stato quello di volti e nomi dei 19 dirottatori kamikaze che hanno preso parte ai quattro commando di morte: il 14 settembre, appena tre giorni dopo l’attacco, l’Fbi rilascia i nomi dei 19.

IL COMMANDO – La velocità dell’identificazione è dovuta al fatto che la maggior parte di loro, 15 dei quali avevano passaporti sauditi, hanno vissuto per periodi più o meno lunghi negli Stati Uniti, dove erano entrati con visti regolari per seguire corsi di istruzione per pilotare i voli commerciali. Come nel caso di Mohammed Atta, subito apparso come il coordinatore dei commando al quale il 33enne egiziano aveva consegnato un manoscritto di cinque pagine che costituiva un vero e proprio manuale del dirottatore.

IL MEMORIALE – Dieci anni dopo, nel 2011, il vuoto lasciato dalle Torri Gemelle viene ‘riempito’ da due piscine gemelle in cui si riflette l’assenza delle quasi 3mila persone rimaste uccise negli attacchi: si tratta di ‘Reflecting absence’ nel National September 11 Memorial inaugurato in occasione del 10 anniversario degli attentati a New York e a Washington.

I NOMI – Le due piscine sono attorniate da cortine di acqua, vere e proprie cascate – le più grandi artificiali mai realizzate nell’America del nord – dietro le quali vi sono placche di bronzo con i nomi di chi ha perso la vita l’11 settembre e anche quelli delle sei persone morte nel primo attentato al World Trade Center nel febbraio 1993. Tutto intorno è stato piantato un boschetto di 400 alberi, tra i quali l’unico sopravvissuto all’inferno degli attacchi.

IL MUSEO – Oltre al Memorial, un museo per “commemorare la vita delle vittime degli attentati, dando ai visitatori la possibilità di conoscere gli uomini, le donne e i bambini che sono stati uccisi”, si legge sul sito. Di grande impatto emotivo, inoltre, l’installazione realizzata all’ingresso del museo: il ‘Wall of faces’. Il muro dei volti: un lungo corridoio dove sono ritratte le fotografie di tutte le vittime.

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