“120 battiti al minuto”, una storia sconvolgente per sensibilizzare sul tema Aids

NAPOLI. Terzo lungometraggio del regista Robin Campillo, già collaboratore e montatore di Laurent Cantet, dopo l’intrigante e stravagante “Les Revenants” (poi diventato serie tv) e il durissimo “Eastern Boys”, entrambi presentati alla Mostra di Venezia. Campillo, gay dichiarato da sempre, è stato attivista di Act Up-Paris, movimento che ha avvicinato nell’aprile del 1992, dieci anni dopo l’inizio dell’epidemia.

La trama

In questo film, Campillo riporta parte della sua personale esperienza di quegli anni, sottolineando come fino ad allora ci fosse stata nella società un’omofobia dilagante, “aspetto che…



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