Cronaca

Accusato di aver ucciso la moglie, fu suicidio: 65enne assolto a Napoli

Era accusato di aver ucciso la moglie, ma per i giudici fu suicidio. Un 65enne è stato assolto per insufficienza di prove dalla seconda sezione di corte di Assise di Napoli. Un verdetto emesso al termine di cinque ore di camera di consiglio come riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.

Napoli, accusato di aver ucciso la moglie: fu suicidio, assolto

Il 65enne fu arrestato il 16 agosto del 2020, un mese dopo a morte della moglie di 55 anni. In quel frangente, per l’uomo scattò la condanna a due anni e quattro mesi di reclusione per aggressione e lesioni nei confronti di una dottoressa del 118, che la mattina della scoperta del cadavere era intervenuta presso l’abitazione della coppia.

Due giorni fa, nel corso della requisitoria, il pm Valeria Vinci aveva chiesto la condanna all’ergastolo per l’uomo. Secondo l’accusa, il 65enne aveva strangolato la moglie e poi, dopo aver posizionato il cordino della tenda intorno al collo della donna, ne aveva simulato il suicidio. Una ricostruzione bocciata dai giudici e smentita dai consulenti nominati dalla difesa. In particolar modo, è stata presentata la perizia di uno specialista che ha effettuato la cosiddetta autopsia psicologica, dimostrando con certificazioni e testimonianze che la donna negli ultimi venti giorni della sua vita era stata in preda a violente crisi depressive. Decisiva la perizia di n ingegnere strutturista che con prove di laboratorio ha dimostrato che quel cordino, e soprattutto la tenda, potevano reggere il peso della donna, che si sarebbe impiccata stando seduta sul pavimento.

Paolo Siotto

Giornalista pubblicista dal 2015, collabora per l'Occhio da giugno 2019 dopo diverse esperienze con testate locali. È responsabile della redazione centrale del network giornalistico L'Occhio.

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