Cronaca

Afghanistan: a Napoli in piazza con il velo per solidarietà

Sit-in al Plebiscito per dire iononmicoprogliocchi

Con i volti coperti da un velo che mostra soltanto gli occhi. Così un gruppo di donne ed anche di uomini napoletani ha voluto manifestare la propria solidarietà e al tempo stesso la preoccupazione per la situazione in Afghanistan e in particolare per la condizione delle donne.

Napoli: “Manifestazione in piazza con il burqa così più vicine alle donne afghane”

Una manifestazione silenziosa a simboleggiare il silenzio a cui sono costrette le donne afgane dopo il ritorno al comando del Paese dei Talebani. In piazza anche la candidata sindaco per il movimento demA, Alessandra Clemente. Una manifestazione messa in piedi in pochissimi giorni da due avvocatesse napoletane, Argia Di Donato e Valeria Montagna.

“Questa iniziativa #iononmicoprogliocchi – spiega Di Donato – è nata in modo estemporaneo a seguito di quanto sta accadendo in Afghanistan, fatti rispetto ai quali abbiamo pensato fosse importante scendere in piazza e indossare il velo come le nostre sorelle afgane perché se solo una di loro dall’altra parte del mondo riuscisse a vedere il nostro gesto potrebbe sentirsi meno sola”.

Le promotrici hanno lanciato un appello alla cittadinanza affinché i cittadini partenopei possano sensibilizzarsi rispetto a quanto sta accadendo in Afghanistan e possano anche responsabilizzarsi rispetto a un problema – ha sottolineato Di Donato – “che è di tutto l’Occidente e non e’ solo un problema dell’Afghanistan”.

Dalle manifestanti e’ stata espressa la necessità che si mettano in campo “azioni concrete per far crescere il numero di donne afgane da far arrivare in Italia per trovare rifugio”.

“Non abbiamo più voglia di girare il viso, di fare finta di non vedere, non sopportiamo che le donne afgane a distanza di 20 anni da un momento all’altro debbano pagare e perdere quello spiraglio di libertà che avevano assaporato – ha aggiunto Montagna – in questi anni le afgane erano diventate artiste di strada, avevano assunto ruoli politici, lavoravano e ora in un secondo sono state costrette a scappare, a tornare indietro di secoli con gli occhi coperti e la testa bassa per non parlare del timore che riprendano le violenze e si torni alle spose bambine”.

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