Inchiesta

Aggressione carcere Santa Maria Capua Vetere, rabbia Sappe

NAPOLI. Qui di seguito una nota del Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria) sulla situazione dlele carceri italiane.

Aggressione a polizia penitenziaria, la nota del Sappe

Non ha la fine la scia di violenza e sangue che caratterizza ormai da molto tempo il mondo delle carceri, alcuni detenuti particolarmente aggressivi ed arroganti ed appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria. L’ultimo episodio, in ordine di tempo, è avvenuta ieri nel carcere di Santa Maria Capua Vetere e lo riferisce il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.

Le dichiarazioni del sindacato

Parla Emilio Fattorello, segretario nazionale SAPPE per la Campania: “L’altro giorno, durante una operazione di servizio tesa al rinvenimento di sostanze stupefacenti con l’ausilio del Nucleo Cinofilo della Polizia Penitenziaria, un detenuto di origini algerine, definitivo per reati di droga, nel Reparto Nilo ha aggredito il personale. Il detenuto, opponendosi all’ingresso dei cani in cella, ha divelto la gamba di un tavolo colpendo in maniera violenta ed alla cieca. Il collega del Nucleo Cinofilo riportava la peggio e ne usciva con una frattura ad una mano e gg. 30 di prognosi, l’ispettore presente veniva refertato con tre giorni di prognosi anch’egli colpito, entrambi ricoverati in Ospedale. Le criticità dell’Istituto Sammaritano sono tante e vanno dalle disfunzioni strutturali, come la carenza idrica, la carenza di un adeguata cinta e videosorveglianza o come gli effetti deleteri per la presenza di un termovalorizzatore x lo smaltimento rifiuti nelle adiacenze. Pernon parlare del costante sovraffollamento dei detenuti a fronte di una sempre più evidente carenza degli Organici presenti che lavorano al di sotto dei livelli minimi di sicurezza in una struttura che ospita circa 1000 detenuti di cui centinaia appartenenti alla Criminalità Organizzata e il tutto incide su un territorio ad alto indice di criminalità come ben noto a tutti. L’emergenza è all’ordine del giorno il sistema gregge ancora grazie al sacrificio e abnegazione delle donne e uomini in divisa della Polizia Penitenziaria.

Solidarietà e parole di apprezzamento per i poliziotti penitenziari di S.Maria Capua Vetere feriti arriva da Donato Capece, segretario generale del SAPPE: “È solamente grazie a loro, agli eroi silenziosi del quotidiano con il Basco Azzurro a cui va il ringraziamento del SAPPE per quello che fanno ogni giorno, se le carceri reggono alle costanti criticità penitenziarie. La situazione delle carceri si è notevolmente aggravata. Basterebbe avere l’onesta di esaminare i dati sugli eventi critici accaduti in carcere nell’anno 2017”, denuncia. “I numeri riferiti agli eventi critici avvenuti tra le sbarre nell’interno anno 2017 sono inquietanti: 9.510 atti di autolesionismo (rispetto a quelli dell’anno 2016, già numerosi: 8.586), 1.135 tentati suicidi (nel 2016 furono 1.011), 7.446 colluttazioni (che erano 6.552 l’anno prima) e 1.175 ferimenti (949 nel 2016). E la cosa grave è che questi numeri si sono concretizzati proprio quando sempre più carceri hanno introdotto la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario ‘aperto’, ossia con i detenuti più ore al giorno liberi di girare per le Sezioni detentive con controlli sporadici ed occasionali della Polizia Penitenziaria”.

Per il SAPPE “lasciare le celle aperte più di 8 ore al giorno senza far fare nulla ai detenuti – lavorare, studiare, essere impegnati in una qualsiasi attività – è controproducente perché lascia i detenuti nell’apatia: non riconoscerlo vuol dire essere demagoghi ed ipocriti”. E la proposta è proprio quella di “sospendere la vigilanza dinamica: sono infatti state smantellate le politiche di sicurezza delle carceri preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali, con detenuti di 25 anni che incomprensibilmente continuano a stare ristretti in carceri minorili”.

Anche per questo il giudizio del SAPPE sulla riforma dell’ordinamento penitenziario è sempre stato critico: “I dati ci confermano che le aggressioni, i ferimenti, le colluttazioni – che spessissimo vedono soccombere anche gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, sempre più contusi e feriti da una parte di popolazione detenuta prepotente e destabilizzante – sono sintomo di una situazione allarmante, per risolvere la quale servono provvedimenti di tutela per gli Agenti e di sicurezza per le strutture carcerarie e certo non leggi che allarghino le maglie della sicurezza penitenziaria, come la riforma penitenziaria approvata qualche giorno fa dal Governo nel Consiglio dei Ministri. Avere carceri meno affollate e più moderne non vuol certo dire aprire le porte delle celle, come pure prevedeva questa scellerata riforma penitenziaria”.

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