Apice, la storia e i suoi fantasmi nella mostra di Valeria Laureano

NAPOLI. Apice vecchia, distrutta dal terremoto del 1962 in Irpinia, è un luogo abbandonato da più di cinquanta anni e rimasto da quel momento inaccessibile, vuoto, isolato. Ma qualcosa di vivo ancora sembra respirare. Sono i volti degli abitanti, impressi su negativi e lastre di vetro.

I protagonisti e le loro storie sono raccolti in un editing dalla plurima leggibilità.

Il progetto Apice di Valeria Laureano, quindi, può essere interpretato in un quadro globale attraverso una lettura d’insieme; individuale seguendo una lettura orizzontale che ricostruisce le storie di ogni singolo soggetto; per concetto attraverso una lettura verticale che permette al fruitore di schedare e dividere per categorie le fotografie raccolte in quel determinato insieme.

Il tempo, che sgretola e distrugge, qui al contempo crea e dipinge.

Un cimitero di ritratti del passato ridesta l’anima sopita del paese. Riemerse dalle tenebre, queste “presenze” misteriose ci comunicano la loro eternità e lo fanno nonostante i segni del tempo lasciati dalla muffa che ne copre i volti e le figure, ma non riesce a cancellarne il passaggio. Il progetto vuole liberarne le anime e farle rivivere in questo luogo/non luogo.

L’umanità estirpata dalle proprie radici continua a vagare inquieta nei suoi territori, in quei luoghi che considera casa. Lastre di vetro, negativi medio formato, negativi 35mm ritrovati sul retro di un negozio di bare, sepolte dal terreno umido.

Le fotografie recuperate convivono al fianco di negativi, prodotti dall’autrice, di luoghi e paesaggi di Apice vecchia.

Valeria Laureano, li sotterra e restituisce alle immagini di oggi quel velo di distruzione e nostalgia che abita il paese.

Chi è Valeria Laureano

Valeria Laureano nasce nel 1989 a Napoli. Nel 2011 si laurea alla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere con indirizzo Discipline delle Arti Visive, della Musica e dello Spettacolo presso…



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