Cronaca

Arrestati madre e figlio in pochi giorni: il vizio di famiglia

GIUGLIANO IN CAMPANIA. Arrestati madre e figlio in pochi giorni. A quanto pare in famiglia hanno tutti lo stesso vizio: estorsione. I due sono stati scoperti in episodi totalmente diversi e non collegati fra loro.

Arrestati madre e figlio con lo stesso vizio: l’estorsione

L’uomo inviava biglietti minatori ad un imprenditore della zona che per evitare problemi di qualunque tipo, pagava i 200 euro richiesti dal ragazzo. Le piccole somme si sono poi trasformate in richieste decisamente più alte: 10 e 20mila euro. L’imprenditore 42enne era stato accusato precedentemente nel 2016 per reati tributari commessi attraverso l‘intestazione fittizia di imprese commerciali.

Il ragazzo, arrestato, era uno dei prestanome nello stesso procedimento e per qualche motivo imputabile a ciò, chiedeva soldi al vecchio complice, l’imprenditore. Si è infatti anche presentato sotto casa sua armato di mazza da baseball, ha così sfondato la porta d’ingresso e rivolto minacce a lui e alla suocera.


soldi


L’arresto

Mamma e figlio arrestati nel giro di pochi giorni, entrambi per estorsione, ma in due episodi totalmente diversi e scollegati tra loro. Stamattina i Carabinieri della Compagnia di Giugliano, diretti dal capitano Andrea Coratza, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa per estorsione aggravata dal metodo mafioso dal GIP del Tribunale di Napoli nei confronti di Renato Mussolino, 32enne di Qualiano. Le attività di indagine sono state condotte dalla Stazione Carabinieri di Varcaturo e diretti dal maresciallo Procolo Petrungaro.

La madre arrestata pochi giorni fa 

Nei giorni scorsi a finire in manette è stata anche la madre, Loredana M., destinataria di una definitiva pena per estorsione ad un prete. I fatti risalgono al marzo dell’anno scorso. La donna è stata condannata a 2 anni e 4 mesi, di cui alcuni già scontati. I carabinieri di Qualiano l’hanno ammanettata e portata in carcere.


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I precedenti

Il prete napoletano guidava una parrocchia in provincia di Isernia (in passato era stato anche a Parete, nel Casertano) dove ha incontrato una donna, originaria di Qualiano ma residente da tempo in provincia di Isernia, con la quale ha coltivato pian piano un rapporto intimo. La ragazza, dopo la fine della relazione, ha iniziato però a minacciarlo tramite telefonate ed sms: “Se non mi dai i soldi racconto a tutti quello che è successo tra noi”, costringendo il prete a sborsare soldi attraverso ricariche Postpay.

Alle richieste estorsive si è unita anche un’altra della donna. Anche lei si era fatta ricaricare la carta prepagata. A quel punto il sacerdote, che aveva consegnato alle due ben 42mila euro, non ce l’ha fatta più e le ha denunciate. Per L.M., classe ’66 di Qualiano, e A.S., classe ’89, sono stati disposti i domiciliari.

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