Cronaca

Il piccolo Samuele giù dal balcone a Napoli, il domestico si difende: “Lo tenevo in braccio ma non l’ho ucciso”

Bambino morto a Napoli, parla l'assassino: la difesa di Mariano Cannio | "Lo tenevo in braccio ma non l'ho ucciso"

Parla Mariano Cannio, accusato di essere l’assassino del piccolo Samuele, il bambino morto Napoli dopo una caduta di 15 metri dal balcone di casa. Ha ammesso di essere sul quel balcone e di aver preso in braccio il piccolo Samuele ma ha negato di averlo volutamente scaraventato di sotto, Mariano Cannio, l’uomo fermato oggi con l’accusa di essere responsabile della morte del bambino precipitato dal terzo piano di uno stabile di via Foria a Napoli. È  quanto apprende l’ANSA da fonti qualificate.


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Bambino morto a Napoli, parla l’assassino: cosa ha detto Mariano Cannio

Il 38 enne, noto nel quartiere come collaboratore domestico di diverse famiglie del posto, agli inquirenti ha detto di soffrire di disturbi psichici e ha fornito una sua versione dei fatti che escluderebbe il motivo doloso puntando invece sull’incidente. Ma non ha saputo spiegare con esattezza come il bambino sia caduto dal balcone.   Sulla sottile linea che separa l’ipotesi colposa da quella dolosa si giocherà l’udienza per la convalida del fermo in programma lunedì mattina alle 9.30. Cannio al momento è difeso da un avvocato d’ufficio, la cassazionista Carmen Moscarella.

Napoli, bambino ucciso dal domestico: il dramma del piccolo Samuele

Napoli è sconvolta per la morte del piccolo Samuele, il bambino ucciso nella mattinata di venerdì 17 settembre, in via Foria, dove il piccolo è caduto dal balcone e facendo un volo di quindici metri. Inizialmente si era ipotizzato che si fosse trattato di un tragico incidente. Sotto shock i genitori: la mamma del bimbo è incinta di 8 mesi. Nella mattinata successiva, la polizia ha fermato un uomo di 38 anni, Mariano Cannio, ritenuto gravemente indiziato dell’omicidio del piccolo Samuele.

Napoli, bambino ucciso dal domestico: il dramma del piccolo Samuele

Svolta nell’inchiesta sulla morte di Samuele, il bimbo di 4 anni precipitato dal balcone di un appartamento di via Foria a Napoli. Arrestato per omicidio, su delega del procuratore della Repubblica di Napoli, ieri è stato eseguito il fermo, decretato dal pubblico ministero, di Mariano Cannio, 38 anni. Il provvedimento è sottoposto al giudizio di convalida del giudice.


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Morte del piccolo Samuele: c’è un arresto

L’uomo, 38enne napoletano, è ritenuto il responsabile della morte del piccolo. Gli agenti di Polizia lo hanno arrestato nella giornata di ieri poiché ritenuto gravemente indiziato dell’omicidio di Samuele Gargiulo. L’uomo, incensurato e che soffrirebbe di problemi mentali, lavorava come domestico nell’appartamento da diverso tempo, era ritenuto una persona di fiducia della famiglia. Avrebbe approfittato di un momento di distrazione della madre per lanciare il bambino dal balcone, i motivi del gesto non sono chiari. Dunque, una svolta clamorosa nelle indagini. Quello che poteva sembrare un fatale incidente si è rivelato un assassinio. Ora resta da capire il motivo di questo gesto atroce da parte del 38enne.

La vicenda

Il bimbo ieri mattina era precipitato dal terzo piano della sua abitazione, e sua madre, presente in casa, aveva dato l’allarme. Inutili i soccorsi. “Abbiamo sentito le urla e ci siamo precipitati in strada. Non potevamo credere ai nostri occhi, era una scena surreale sono state le urla della mamma e degli altri familiari, a farci capire che era successo qualcosa di terribile” hanno raccontato i negozianti.

Le prime ammissioni

Cannio non ha cercato di fuggire e ha seguito gli agenti in Questura dove è stato interrogato fino a tarda notte. L’uomo, che ha un avvocato d’ufficio, ha ammesso le sue responsabilità per la morte del piccolo Samuele, pur facendo un racconto confuso di quanto accaduto e senza poter indicare un movente. Intanto è stato accertato che l’uomo, con patologie mentali, aveva da poco finito un ciclo di terapie e avrebbe dovuto cominciarne un altro, ma non lo aveva fatto. Lunedì la convalida del fermo davanti al gip.

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