Cronaca

Bimbo annegato dalla madre a Torre del Greco: “Credevo fosse disabile”

Bimbo morto annegato a Torre del Greco: la tragedia si è consumata il 2 gennaio. La madre del piccolo lo ha ucciso perché credeva fosse disabile

È stata arrestata la madre del bambino morto annegato in mare Torre del Greco. È accaduto nella tarda serata di domenica 2 gennaio, poco dopo le 22.30. Un bambino, Francesco, di due anni è morto in mare all’altezza di lido La scala, sul posto carabinieri, polizia e ambulanza. Secondo quanto apprende Fanpage, la madre ha ucciso il bambino perché credeva fosse disabile.

Bimbo morto annegato a Torre del Greco: la madre credeva fosse disabile

Come riportato da Il Mattino, testimoni avrebbero raccontato che la madre avrebbe tentato il suicidio con il bambino, gettandolo in mare prima di lasciarsi cadere in acqua. La donna sarebbe stata fermata in tempo, nulla da fare invece per il piccolo.


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Le indagini

Sul posto sono giunti i carabinieri della compagnia locale: i militari, intervenuti in seguito ad una segnalazione, hanno dato il via alle indagini.  Gli inquirenti non escludono nessuna ipotesi e a loro spetta ora il compito di fare piena luce sulla tragedia, che ha sconvolto non poco gli abitanti non appena si è diffusa la notizia della morte di un bambino così piccolo.

Le indagini sono coordinate dalla Procura di Torre Annunziata che ha deciso di apporre i sigilli anche alla porzione di spiaggia dove il cadavere del piccolo è stato ritrovato. Si indaga intanto per ricostruire la dinamica della tragedia. I militari e il pm stanno ascoltando la madre e alcune persone che erano presenti sul posto.


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Il gesto

Intanto alcuni residenti hanno piazzato una croce di legno sulla sabbia in memoria del bambino morto affogato la scorsa notte.

Ascoltata la madre

Gli inquirenti hanno ascoltato la madre e alcuni testimoni per ricostruire la dinamica dei fatti e capire come abbia fatto il piccolo a finire in acqua. A tentare di salvare il bambino sarebbe stato un uomo, seguito da due giovani, Daniele e Pasquale, i quali hanno raccontato: “Abbiamo udito le grida di aiuto provenire dalla zona e quando ci siamo avvicinati abbiamo notato una donna sull’estremità della scogliera e un uomo in mare. Abbiamo poi pensato potesse essere il padre del piccolo, anche se non lo sappiamo.

Visto che era in difficoltà, abbiamo deciso di entrare in acqua dalla parte dove sapevamo si faceva piede fino a raggiungere la zona dove si trovava il bimbo. Ma già nel portarlo a riva abbiamo capito che la situazione era disperata». I ragazzi avrebbero poi dato una mano alla donna: «Quando siamo tornati verso la scogliera, la signora era in evidente stato di choc e farfugliava qualcosa, dicendo di essere stata rapinata da una persona straniera. Arrivati a riva, c’era chi stava provando a rianimare il piccolo attraverso un massaggio cardiaco, una pratica risultata purtroppo inutile”.

Fermata la madre

I carabinieri hanno sottoposto a fermo la madre, una 40enne del posto,  del bambino morto affogato ieri notte a Torre del Greco. La donna si trova reclusa a Pozzuoli.

Il pm della procura di Torre Annunziata, retta da Nunzio Fragliasso, hanno emesso un decreto di fermo di per omicidio volontario nei confronti della donna di 40 anni di Torre del Greco il cui bambino di due anni e mezzo è annegato ieri sera. Il provvedimento è arrivato dopo un lungo interrogatorio della donna, del marito, dei residenti nei pressi della spiaggia in località La scala a Torre del Greco e dei due ragazzi che hanno cercato di soccorrere il bambino già in acqua e poi bloccato la donna che sembrava volerlo seguire.

Il motivo

I fatti sono accaduti intorno alle 22; la donna era in riva al mare con il bambino tra le braccia quando il marito segnalava alle forze dell’ordine il suo allontanamento da casa con il figlio. Nonostante i tentativi di rianimarlo da parte di sanitari del 118, chiamati dei primi soccorritori, il bambino è deceduto per annegamento. Sono ancora in corso indagini per accertare i motivi dell’omicidio ma, da primi elementi raccolti dagli inquirenti, il gesto della donna sarebbe riconducibile al fatto che ella credeva che il piccolo fosse affetto da problemi di ritardo mentale, anche se dal punto di vista sanitario non c’era nessuna conferma.

Il racconto di un testimone

Un testimone ha raccontato di aver visto la donna lanciare il bimbo in mare. Riportato a riva il corpicino di Francesco, qualcuno ha provato a rianimarlo in attesa dei soccorsi, ma al loro arrivo i medici hanno potuto soltanto constatarne il decesso. Lo riporta anche l’odierna edizione de Il Mattino. 

La donna viveva da tempo in uno stato di difficoltà

Le indagini serviranno a fare luce sulla drammatica vicenda. La donna, secondo quanto ricostruito finora, viveva da tempo in uno stato di profonda difficoltà. Nel frattempo, è molto probabile che l’avvocato difensore possa chiedere che la sua assistita venga sottoposta ad una perizia psichiatrica.

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