Cronaca

Omicidio del piccolo Giuseppe a Cardito: le maestre e la preside non rispondono al Gip

Inchiesta sull’omicidio del piccolo Giuseppe, il bimbo ucciso a Cardito dal patrigno: le maestre e la preside, imputate per omessa denuncia, si sono avvalse della facoltà di non rispondere.

Bimbo ucciso a Cardito: le maestre e la preside non rispondono al Gip

Le maestre e la preside della scuola che frequentavano Giuseppe e la sorellina, a Crispano, hanno fatto scena muta davanti al Giudice. L’accusa per loro è omessa denuncia.

Omissioni e silenzi

Dalle indagini è emerso che nove giorni prima della morte del piccolo, le maestre avevano inviato una nota alla preside nella quale denunciavano che la sorellina si era presentata in classe con un cerotto su un orecchio e lividi sul volto.

Le maestre sapevano

Interrogata dalle insegnanti, la bimba aveva riferito che quelle botte le erano state date dal compagno della madre. La preside aveva convocato le maestre, ma ormai Giuseppe era già morto.

La testimonianza della piccola

Durante il processo per l’omicidio del piccolo Giuseppe, sul banco dei testimoni è salita la psichiatra infantile Carmelinda Falco, la dottoressa che visitò la sorellina del piccolo Giuseppe, il 29 gennaio scorso nell’ospedale Santobono di Napoli dove la piccola era stata ricoverata dopo l’omicidio.

Le parole della bambina

La piccola, in quella circostanza, aveva risposto alle domande della psichiatra durante un’audizione videoregistrata, in ambiente protetto. La bambina ha parlato delle violenze subite dal fratello e da lei stessa

Papà Toni mi ha messo sotto il rubinetto tenendomi la bocca aperta, mi voleva affogare

La madre

La bambina avrebbe parlato anche delle reazioni della madre di fronte alle continue violenze. Lei ne era al corrente ma non era mai intervenuta fisicamente. Una volta sola ma piccola le aveva sentito dire “Smettila, li stai uccidendo”.

Le violenze contro Giuseppe

Le parole della bambina mettono i brividi e dipingono un quadro familiare di profondo disagio e saturo di violenza

Ho visto Giuseppe sul divano, non riusciva a parlare, aveva gli occhi un pò aperti e un pò’ chiusi. Gli ho detto: respira.

Fingere per difendersi

Secondo la psichiatra la bimba, per difendersi aveva creato una strategia

La piccola fingeva di svenire. Era una strategia che aveva suggerito anche a Giuseppe e a noi, che la stavamo aiutando, in quanto ci riteneva in pericolo.

Una madre inadatta

Lo psichiatra consulente del Tribunale dei Minorenni di Napoli, ha tracciato un profilo della madre del piccolo Giuseppe che, secondo il medico “Non è una madre tutelante e protettiva nei confronti dei figli, sacrificava la tutela dei figli alla relazione con il compagno. Violenze ce ne sono state anche in passato ma lei ha sempre tutelato rapporto con il compagno”

 

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