Inchiesta

Camorra a Napoli: le zone | Municipalità 1, San ferdinando

Secondo i dati restituiti dall’ultima relazione Dia 2023 i clan di camorra che si dividono le zone di San Ferdinando, Chiaia e Posillipo, sarebbero ancora il clan Elia, che si starebbe riorganizzato sotto la guida della famiglia Nocerino, a sua volta alleata con il clan  Saltalamacchia dei Quartieri Spagnoli. Nell’area della Riviera di Chiaia gli illeciti restano ancora sotto il controllo degli Strazzullo e dei Piccirillo, dei Cirella e dei Frizziero nella zona della Torretta, questi ultimi legati ai Mazzarella.

A Posillipo, infine, il clan dominante resta quello dei Calone, legato storicamente ai Licciardi della Masseria Cardone.

I clan di camorra differiscono con tutte le altre organizzazioni mafiose per come sono strutturate, ovvero, “uno vale uno”. Non c’è una piramide, ma il Sistema è a forma di ragnatela, indipendente, con la facoltà, a secondo degli interessi, di formare alleanze con ogni altra forma di mafia e criminalità.

La stampa, ne racconta le vicende di cronaca; gli organi investigativi, i profili criminologici. L’inchiesta, ne mette insieme le informazioni e ne ripercorre i fatti.

Il resoconto che segue riguarda la zona di San Ferdinando, municipalità 1, Napoli e i clan di camorra che si spartiscono queste aree.

Camorra a Napoli: Municipalità 1, San ferdinando

Negli anni ‘90 tra i diversi clan che formavano l’alleanza alla quale apparteneva anche il clan Elia, ci fu un periodo di astio e per placare gli animi, un accordo fu proposto proprio dai fratelli Elia e accettato da tutti, ma l’accordo prevedeva il trasferimento di un esponente degli Elia in un altro quartiere e proprio il mancato trasferimento di questo soggetto in altra zona fece saltare tutto e si scatenò una faida.

Da allora gli equilibri non furono più gli stessi e i diversi gruppi si scontrarono in diverse faide senza interruzione.

Fino a che non furono arrestati tutti.

San Ferdinando-municipalità 1 - Napoli

Municipale 1, San Ferdinando oggi

Dopo la scarcerazione di uno dei boss, con il clan Elia che sta recuperando potenza tra nuove leve e appoggio da parte degli storici clan che non hanno mai lasciato solo il gruppo, l’area di San Ferdinando è di nuovo sotto il controllo del clan.

Il Clan Elia e gli affari oggi

La zona controllata, piena di locali notturni, ristorazione, logisticamente predisposta per le piazze di spaccio e le richieste del pizzo, sale scommesse e anche cantieri edili, permette di certo anche infiltrazioni nelle amministrazioni amministrative, anche se la municipalità 1 è di “modeste” dimensioni” è tra le più antiche e la più fornita di tutto.

Le faide oggi

Purtroppo gli scontri con gli altri gruppi sono frequenti e feroci. Sono i “giovanissimi” a rimanere a terra, a rimanere feriti, o perdere la vita.

Nelle zone di movida, la media è di 2 coltelli per ogni ragazzo, se c’è una stesa la gravità dei feriti sale dai diversi feriti ai diversi morti. Se c’è un agguato, dipende dall’importanza dell’obiettivo.

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L’abbassamento dell’età degli affiliati

Da quando i boss storici di alcuni clan si trovano in carcere, oppure sono morti, l’età dei ras e delle nuove leve si è abbassata notevolmente.

Si utilizza sempre di più la parola “paranza” per descrivere i gruppi che gestiscono gli affari in queste piazze e a loro vengono affidati compiti sempre più da adulti come quello da sicari.

Il pendolo delle forze

Non si trova più equilibrio da diversi decenni. Tra Saltalamacchia, Mazzarella, Frizziero, Piccirillo, Strazzullo , Elia, e diversi altri clan chi in alleanza, chi in scontro, si combattono e si contendono territorio e attività.

In pieno centro storico, zone di Teatri, Musei, Chiese antiche, di tutto avviene e in qualsiasi ora del giorno avviene.

Uno vale uno

Uno vale uno, significa che oggi ho un accordo con te e domani non si sa se questo accordo è valido o no. Nella municipalità 1 di Napoli, San Ferdinando, questo uno vale uno, da la possibilità a diversi gruppi di mantenere la posizione in alcuni casi ed è il fendente finale che costringe un clan a lasciare la zona ed è un perpetuo moto, muoversi, come in una melma di potere. Instabilità significa scontri e alleanze.

Relazione Dia

La relazione Dia sottolinea in modo molto importante i grandi poli de l’Alleanza di Secondigliano e il clan di camorra Mazzarella, sotto i quali tutti gli altri gruppi orbitano e si alleano e si scontrano.

Anche in questo caso “uno vale uno” non cambia significato, perché ci sono casi dove dei clan passano da un polo all’altro per un interesse, oppure per una vendetta.

Diverse alleanze si sono formate per vendicare degli omicidi ai Mazzarella, diverse alleanze si sono formate contro l’Alleanza di Secondigliano per affari non rispettati.

Con queste modalità si destabilizzano delle zone, molti diventano collaboratori di giustizia e così, spesso, si riescono a far cadere altre teste.

La Dia nella relazione riporta non enormi differenze, ma particolari differenze di assetto dei clan, facendo capire, che i cambiamenti non sono evidenti, non sono macro, ma quei piccoli cambiamenti sono rilevanti in alcune zone, dove prima il comando era nelle mani di alcuni gruppi, ora a nuove alleanze, o nuovi accordi si trova nelle mani di altri, non meno importanti.

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A questo punto sarebbe più chiaro descrivere la distribuzione dei clan di camorra parlando delle zone nelle quali questi clan sono presenti ed espandono la loro “ragnatela”, come e quando cambiano alleanza, chi è questo “uno”, se è rimasto uno, oppure ha stretto accordi, su quale altra zona e con quale altro clan.

Riferendosi solo alla camorra un magistrato disse: “non si può parlare di camorra, ma si deve parlare di camorre”.

E studiando queste sfumature si possono conferire alla camorra quelle caratteristiche che la differenziano dalle altre organizzazioni mafiose, come Cosa nostra, la ‘Ndrangheta, la Sacra corona unita e altre.

Come struttura della camorra è dagli inizi “uno vale uno”, ma non esistono casi di clan di camorra affiliati a Cosa nostra, come clan di camorra legati e affiliati alle ‘Ndrine.

In altre Municipalità di Napoli ci sono casi di clan di camorra affiliati a Cosa Nostra e alle ‘Ndrine. Il clan Mazzarella è uno degli esempi che ha avuto ed ha legami con Cosa nostra, come elementi dell’Alleanza di Secondigliano, come i Mallardo, i Contini e i Licciardi.

La Dia studia le diverse strutture, come la convivenza tra le diverse strutture. La nuova relazione ci rivela anche nuove informazioni su queste convivenze.

Giuseppe De Micco

Giuseppe De Micco è un giornalista di inchiesta. Si occupa soprattutto di criminalità organizzata in Campania

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