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Camorra in Campania: ecco i clan che comandano il territorio

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Camorra in Campania, a Napoli e nelle altre province. Ecco quali sono i clan che comandano tutto il territorio, dal capoluogo fino ai confini della regione e oltre.

Camorra in Campania, le famiglie che comandano il territorio

Di seguito riportiamo la mappa delle famiglie più potenti sul territorio di Napoli centro.


camorra napoli


Napoli città

A Napoli, in particolare nei quartieri orientali e del centro, si sono registrate tensioni e derive scissionistiche interne ai gruppi, scaturiti dall’arresto di esponenti di vertice ed dal conseguente deficit di leadership che hanno alimentato la conflittualità tra i capi emergenti, in competizione per il controllo delle piazze di spaccio e del racket estorsivo.

Area Centrale

Una situazione di fermento è in atto, da tempo, nei quartieri Forcella – Maddalena – Duchesca, di notevole interesse criminale per i traffici di droga, le estorsioni, la contraffazione commerciale ed il contrabbando.

Nell’area, storicamente sotto l’egemonia del clan MAZZARELLA, originario del quartiere San Giovanni a Teduccio, è inatto, dal marzo 2013, una vera e propria guerra di camorra tra il suddetto gruppo e formazioni in continua evoluzione. Gli scontri hanno provocato numerosi omicidi, pericolosissimi conflitti a fuoco tra i vicoli di Forcella e scorribande di giovani armati, autori di numerose “stese”.

Ai MAZZARELLA si è opposto, infatti, il cartello formato dalle famiglie GIULIANO-SIBILLO-AMIRANTE-BRUNETTI, appoggiato dal clan RINALDI, originario dello stesso quartiere dei MAZZARELLA ed interessato a scalzare quest’ultimo gruppo dalla zona. Il cartello, noto come la c.d. “paranza dei bambini”, è attualmente in difficoltà operativa, con conseguente vantaggio per il clan MAZZARELLA.

Le difficoltà sono dovute all’esecuzione di misure cautelari, ad omicidi di affiliati, ma anche a contrasti tra gli stessi gruppi che lo compongono (i SIBILLO avrebbero stretto accordi con il clan CONTINI, mentre i GIULIANO sarebbero appoggiati dai RINALDI) e a divisioni che hanno interessato la stessa famiglia GIULIANO, egemone a Forcella fino all’adesione al programma di collaborazione con la giustizia intrapreso da alcuni elementi di vertice.

I GIULIANO si sarebbero ulteriormente spaccati. Da tale divisione avrebbe tratto vantaggio il sodalizio VICORITO-DE MARTINO, dedito alla gestione dello spaccio di stupefacenti nella zona del Borgo Sant’Antonio. Quest’ultimo gruppo sarebbe composto da ex affiliati agli stessi GIULIANO, collegato operativamente ad una delle due fazioni dei GIULIANO, al gruppo CONTINI ed al sodalizio RICCI-SALTALAMACCHIA e contrapposto al clan MAZZARELLA.

Si è registrato un tentativo di ripresa del sodalizio FERRAIUOLO, legato da vincoli di parentela con gli AMIRANTE: i FERRAIUOLO, in declino dopo il pentimento di uno degli elementi di vertice, potrebbero attualmente contare sulla guida del fratello, scarcerato a marzo 2018, che si sarebbe avvicinato alla famiglia MAZZARELLA, guadagnandosi il controllo della zona della Maddalena. Alle tensioni tra i FERRAIUOLO ed il gruppo VICORITO-DE MARTINO sarebbe da ricondurre il ferimento, del 6 giugno, di un affiliato al clan FERRAIUOLO.

Nella zona Mercato e nelle “Case Nuove” è operativo il gruppo CALDARELLI (che per anni ha rappresentato nell’area anche gli interessi criminali della famiglia MAZZARELLA), risultato attivo, tra l’altro, nel settore della contraffazione e distribuzione di capi di abbigliamento attraverso le “bancarelle” della Maddalena.

Determinato a spodestare anche da questa zona i MAZZARELLA, il clan RINALDI ha cercato l’appoggio del gruppo CALDARELLI ed il clima di scontro che si registra tanto in quest’area, quanto a Forcella, è reso evidente da una serie di sparatorie ed attentati che hanno coinvolto affiliati ai gruppi RINALDI, MAZZARELLA e CARDARELLI. L’evoluzione dei fatti più recenti fa ritenere che il clan CALDARELLI stia rivedendo la sua posizione, riavvicinandosi al vecchio alleato.

Nell’area che comprende i quartieri Vasto, Arenaccia, Ferrovia, il rione Amicizia, il rione Luzzatti, borgo Sant’Antonio Abate ed il rione Sant’Alfonso, la gestione delle attività illecite è sotto il controllo del clan CONTINI, da sempre legato alle famiglie LICCIARDI e MALLARDO ed in contrasto con il gruppo MAZZARELLA. Il sodalizio, grazie alla presenza sul territorio di esponenti di rango e di un gran numero di affiliati, è riuscito a mantenere il predominio criminale sull’area di influenza, nonostante il lungo stato di detenzione del capo clan.

Numerose indagini hanno attestato gli stretti legami tra il sodalizio ed alcuni imprenditori, che si sono prestati ad intestarsi beni e attività economiche, in realtà riconducibili al sodalizio CONTINI.A

l riguardo, l’operazione “Black Bet”, condotta dalla DIA di Napoli, ha coinvolto 3 fratelli imprenditori (attivi nella commercializzazione di giocattoli, nel settore delle scommesse e nell’attività di ristorazione), le mogli di due di loro ed un prestanome, accusati di intestazione fittizia di beni, aggravata dall’agevolazione dei clan CONTINI e SARNO. Contestualmente, è stato eseguito il sequestro di magazzini, negozi e ristoranti a Napoli e nel casertano.

Non si sottraggono a dinamiche di tensione i Quartieri Spagnoli, dove si sono verificati alcuni episodi di esplosione di colpi d’arma da fuoco contro le saracinesche di attività commerciali.

Nell’area sono presenti numerosi clan, alcuni dei quali in difficoltà operative a causa dello stato di detenzione di affiliati di spicco, come nel caso del gruppo TERRACCIANO.

Nella zona, altri sodalizi avrebbero invece avuto nuova linfa, come lo storico clan MARIANO, che a seguito delle recenti scarcerazioni (da ultimo quella del capo clan, tornato in libertà il 17 aprile 2018) potrebbe mirare a propositi di riorganizzazione del gruppo.

Anche il cartello RICCI-SALTALAMACCHIA-ESPOSITO, in conflitto con i MARIANO per il controllo dello spaccio di droga e delle estorsioni, avrebbe arruolato nuove leve, tra cui i componenti della famiglia FARELLI, indebolita dagli arresti effettuati il 30 gennaio 2018. Dall’indagine è emerso che quest’ultimo gruppo, gestito da donne di mafia, controllava un vasto sistema di usura, che avrebbe prodotto un giro di affari di circa 20.000 euro al mese.

I FARELLI, giovandosi del vuoto di potere creatosi nel corso degli anni nei Quartieri Spagnoli e in accordo con il sodalizio ELIA, aveva assunto il controllo di quattro piazze di spaccio (ai Quartieri Spagnoli e al Pallonetto di Santa Lucia), utilizzate giorno e notte per la vendita di cocaina.

Nell’ambito del citato cartello, il gruppo SALTALAMACCHIA, al quale si sono affiliati esuli del clan GIULIANO in disaccordo con la gestione del loro capo, ha stretto accordi con i SIBILLO della zona dei Decumani ed i BRUNETTI della zona del Vasto, rivelando mire espansionistiche nelle limitrofe aree del Cavone, della Pignaseccca, del rione Montesanto e della zona Porto, controllate da gruppi locali.

Nella c.d. “zona delle Chianche” risultano operativi i gruppi MASIELLO (famiglia storicamente intranea al clan MARIANO) – MAZZANTI. Nel territorio del Cavone, la presenza dei vertici del gruppo LEPRE rappresenta un ostacolo ai tentativi di insediamento da parte del clan SALTALAMACCHIA.

Nell’area compresa tra Piazza Mazzini, via Salvator Rosa ed in parte di Corso Vittorio Emanuele, la gestione delle attività illecite, prevalentemente spaccio di stupefacenti ed estorsioni, è appannaggio della famiglia FERRIGNO, collegata all’asse SALTALAMACCHIA-SIBILLO-BRUNETTI.

Gli scenari criminali nel quartiere Sanità appaiono significativamente trasformati anche a seguito dalla faida, avviata nel 2017, tra i gruppi, in passato alleati, VASTARELLA (egemone nella zona delle Fontanelle) e SEQUINO (stanziato in via Santa Maria Antesaecula).

Gli arresti del 3 marzo 2018, di esponenti del sodalizio VASTARELLA, tra cui il capo clan384, hanno ulteriormente destabilizzato gli equilibri, facendo registrare l’attuale supremazia dei SEQUINO, legati all’altra storica famiglia della zona dei SAVARESE. Gli arresti hanno indebolito anche il clan GENIDONI-SPINA-ESPOSITO, in passato scontratosi con i VASTARELLA.

Nella zona c.d. dei Miracoli è operativo anche il gruppo MAURO, collegato ai VASTARELLA. Per quanto attiene alla citata famiglia SAVARESE, insediata nella zona dei Cristallini e legata anche ai GENIDONI-SPINA-ESPOSITO, seppur non si registrino particolari episodi che ne documentino l’operatività, non può ritenersi esclusa dalle dinamiche criminali, potendo contare sulla presenza di elementi apicali sul territorio.

A San Ferdinando operano i sodalizi PICCIRILLO/FRIZZIERO e CIRELLA (zona di Mergellina-Torretta), STRAZZULLO (vicoli della Riviera di Chiaia), INNOCENTI (salita Vetriera). Nel mese di maggio 2018, uno dei capi del clan FRIZZIERO è stato scarcerato; il successivo mese di aprile un altro esponente di spicco della famiglia, latitante, è stato, invece, localizzato e tratto in arresto.

I gruppi in questione, legati al clan CALONE di Posillipo, sono dediti prevalentemente ad attività di spaccio di stupefacenti, in particolare cocaina, ed alle estorsioni.

L’area di Chiaia è stata teatro di numerosi episodi riferibili a scontri tra gruppi di giovani, alcuni dei quali provenienti dalle periferie del capoluogo, che si consumano a ridosso dei luoghi del divertimento notturno, indicativi di una violenza metropolitana diffusa.

Nella zona del Pallonetto a Santa Lucia, dopo gli arresti che, nel 2017, hanno decapitato lo storico gruppo ELIA, ha acquisito nuovi spazi il clan MAZZARELLA, che vi opera tramite la famiglia DI MEGLIO.

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