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Camorra in Campania: ecco i clan che comandano il territorio

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[titolo_paragrafo]Area Settentrionale[/titolo_paragrafo]

In continua evoluzione sono le dinamiche criminali nell’area nord della città di Napoli, sulle quali hanno un ruolo determinate l’esecuzione di provvedimenti cautelari e le collaborazioni processuali di affiliati di spicco.

Le feroci faide che hanno insanguinato quest’area e la dura repressione che ne è conseguita, hanno indotto i gruppi superstiti ad evitare contrapposizioni armate, ormai non più sostenibili.

Al loro interno i sodalizi sono costantemente alle prese con rimodulazioni organiche, anche di tipo violento. Lo scompaginamento dei cartelli per la gestione del traffico di stupefacenti e la migrazione di grossi narcotrafficanti sudamericani verso altri aggregati criminali hanno indotto alcuni sodalizi a modificare il loro modus operandi.

Si punta, ora, a trarre un immediato guadagno dall’intermediazione nella compravendita di stupefacenti, attraverso un fitto reticolo di trasportatori e cessionari svincolati dalle vecchie strutture delle piazze di spaccio. Sebbene la situazione geo-criminale sia in forte mutazione, i clan locali non sembrerebbero dissolti.

Nei quartieri Vomero e Arenella, l’indebolimento del gruppo CIMMINO, causato dalla detenzione del capo clan, ha lasciato maggiore spazi di manovra a sodalizi legati alle famiglie di Marano di Napoli, quali i SIMEOLI. La zona collinare subisce, infatti, l’influenza dei gruppi POLVERINO e ORLANDO, originari di Marano, interessati ad assumerne il controllo delle attività illecite che ruotano attorno al comparto sanitario pubblico.

A Secondigliano continua ad esercitare la propria influenza, anche su altri clan presenti sul territorio, il gruppo DI LAURO, sodalizio locale dotato di una solida struttura operativa e di notevoli disponibilità economiche accumulate in anni di gestione, in regime quasi monopolistico, dei traffici di stupefacenti.

Uno dei figli del capo clan è stato scarcerato il 22 marzo 2018, mentre un altro esponente, latitante dal 2012, è stato inserito, quale latitante di massima pericolosità, nel Programma Speciale di Ricerca del Ministero dell’Interno.

Nell’area risulta operativo il c.d. clan della VANELLA GRASSI, facente capo alle famiglie PETRICCIONE-MENNETTA-MAGNETTI-ACCURSO. Il citato cartello, in assenza di un saldo elemento apicale di riferimento, appare segmentato in tronconi, ognuno con una propria autonomia e struttura militare.

Una frangia opererebbe tra le palazzine di via Paternum ed il rione Berlingieri, con contatti diretti con gli AMATO-PAGANO e sarebbe in buoni rapporti con i DI LAURO. Un’altra fazione vedrebbe il quartier generale nel centro storico di Secondigliano, tra vico Lungo Ponte e via Dante, con un ulteriore gruppo stanziato a Scampia.

La piazza di spaccio delle c.d. Case Celesti, agglomerato di edilizia popolare sito in via Limitone d’Arzano, continua ad essere gestita dal clan MARINO, legato alla VANELLA GRASSI.

Nel mese di febbraio 2018, è stata conclusa un’indagine per il reato di associazione di tipo mafioso, che ha riguardato un traffico di stupefacenti, in cui sono state coinvolte figure di vertice dei DI LAURO e dei VANELLA GRASSI, tra cui uno dei figli del capo del primo gruppo, in affari tra loro e con altre consorterie, tra cui i MARFELLA-PESCE di Pianura. È stato possibile accertare, inoltre, il coinvolgimento di due appartenenti alle Forze dell’ordine, uno dei quali con ruolo di vertice in uno dei sottogruppi coinvolti nell’operazione.

Nell’area si registrano interessi criminali anche del sodalizio GRIMALDI, originario di San Pietro a Patierno, ma con legami consolidati a Secondigliano, stabiliti grazie ai passati legami con il clan LICCIARDI. Relativamente ai sodalizi CESARANO del rione Kennedy e LEONARDI, il cui capo è collaboratore di giustizia, non si riscontrano, allo stato, elementi attestanti la loro operatività.

Il clan GRIMALDI avrebbe esteso la sua operatività in un’altra area storicamente deputata ai traffici di droga, il rione Berlingieri, tramite un gruppo collegato al quale hanno aderito un folto numero di giovani del quartiere.

Gli altri gruppi criminali della zona di Secondigliano-Scampia, le famiglie ABETE, NOTTURNO, ABBINANTE, che avevano aderito al sodalizio VANELLA GRASSI, per poi distaccarsene, stanno vivendo una situazione di indebolimento della struttura operativa dovuta alla scelta di collaborare con l’A.G. di alcuni elementi di vertice e alla detenzione di altri in regime di carcere duro ex art. 41 bis o.p.

Ciò, nonostante gestiscano alcune tra le piazze più redditizie dell’intera area: case dei Puffi, Sette Palazzi e lo Chalet Bakù.

Il 30 gennaio 2018 è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare che ha ulteriormente colpito il cartello, individuando mandanti ed esecutori di due omicidi consumati nel corso della terza faida di Scampia-Secondigliano che ha visto contrapporsi il cartello ABETE-ABBINANTE-NOTTURNO-APREA ed il gruppo della VANELLA GRASSI.

A Scampia, alcune piazze di spaccio sono rimaste sotto il controllo del sodalizio AMATO-PAGANO, ritiratosi in provincia dopo la faida contro i VANELLA GRASSI. A Miano, la collaborazione con l’A.G. di numerosi elementi di vertice della famiglia LO RUSSO, alias “i Capitoni”, operativa nelle aree del rione San Gaetano, Piscinola, Chiaiano, Marianella, sta contribuendo ad una rimodulazione degli equilibri criminali.

Tra febbraio e giugno 2018 sono stati eseguiti diversi provvedimenti cautelari che hanno consentito di far luce sia su omicidi risalenti nel tempo, che su fatti più recenti.

Un’ordinanza eseguita il 30 maggio dalla Polizia di Stato ha evidenziato gli accordi stretti tra i LO RUSSO ed i vertici del clan AMATO-PAGANO finalizzati all’eliminazione degli affiliati ritenuti “scomodi” dai rispettivi gruppi di appartenenza, con un reciproco scambio di killer.

Un indicatore del legame tra i gruppi emerge dalla circostanze che uno vertici della famiglia PAGANO ha fatto da “compare di nozze” al matrimonio del suo omologo, all’interno del clan LO RUSSO. Altri provvedimenti hanno riguardato connivenze tra il clan LO RUSSO e professionisti che hanno agito da prestanome per conto del gruppo, nella gestione di alcuni noti ristoranti di Napoli (operazione “Snakes”, condotta dalla DIA di Napoli).

Le descritte vicende hanno agevolato la formazione di svariati neo gruppi ai quali avrebbero aderito i sodali che hanno evitato le misure restrittive operate nei confronti del clan. Al momento, il sodalizio PERFETTO avrebbe assunto tra tutti una posizione di vantaggio, con l’inserimento anche di fedelissimi dei LO RUSSO.

In tal modo i
PERFETTO avrebbero soppiantato il gruppo NAPPELLO che, in un primo momento, aveva preso l’eredità dei Capitoni (famiglia LO RUSSO), per poi perdere terreno a seguito dell’uccisione del capo clan e del nipote (maggio 2017), e dell’arresto del nuovo leader (novembre 2017).

A tale evoluzione del panorama criminale locale potrebbe ricondursi il duplice omicidio, consumato il 7 febbraio 2018, di due soggetti già legati ai NAPPELLO e poi transitati nel sodalizio PERFETTO. Nella zona è operativo anche il gruppo BALZANO, che ha raccolto nuove leve riunitesi attorno ad un manipolo di giovanissimi un tempo legati ai NAPPELLO.

Sull’area in esame potrebbe nutrire mire espansionistiche il clan LICCIARDI della Masseria Cardone, storico rivale dei LO RUSSO, rafforzato dalla scarcerazione di alcuni elementi di vertice, l’ultima avvenuta l’11 marzo 2018.

Il precedente mese di gennaio, la DIA di Padova ha localizzato in Messico, dove viveva da anni con la famiglia e gestiva un’attività commerciale di ristorazione, un pregiudicato, latitante dal maggio 2007, ricercato per l’esecuzione di una condanna comminatagli dal Tribunale di Verona per estorsione (perpetrata anche durante il periodo di latitanza all’estero) ed usura, commesse nelle province di Verona e Brescia, tra il 2005 e il 2009, ai danni di numerosi commercianti di abbigliamento, per conto della c.d. “Alleanza di Secondigliano” ed, in particolare, del clan LICCIARDI.

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