CronacaCuriosità

Camorra in Campania: ecco i clan che comandano il territorio

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[titolo_paragrafo]Area Orientale[/titolo_paragrafo]

Nella periferia ad est di Napoli, sin dall’inizio del 2018, si è registrata una preoccupante escalation di omicidi, scorribande armate, esplosioni di colpi d’arma da fuoco, agguati e ferimenti. Le tensioni si sono intensificate a seguito dei numerosi arresti che, evidentemente, hanno destabilizzato i gruppi criminali, mutandone gli equilibri e gli assetti interni.

Le vicende del quartiere San Giovanni a Teduccio sono legate allo storico scontro tra la famiglia MAZZARELLA ed il clan RINALDI, egemone nel rione Villa e con mire espansionistiche nelle zone limitrofe.

Gli equilibri della citata area si riflettono nel confinante quartiere Ponticelli, in particolare nel c.d. Lotto 0, dove opera il sodalizio DE LUCA-BOSSA-MINICHINI e nel Rione De Gasperi, in cui esercita la sua influenza criminale il gruppo SCHISA (c.d. dei Pazzignani), composto da reduci del clan SARNO. Questi gruppi si sono coalizzati con gli APREA di Barra e con la famiglia RINALDI per imporsi nell’area orientale di Napoli, in contrasto con il sodalizio MAZZARELLA.

Il gruppo MAZZARELLA continua ad essere predominante a San Giovanni a Teduccio, supportato dal clan D’AMICO. A settembre 2018, un capostipite della famiglia MAZZARELLA è deceduto per cause naturali. Era considerato un elemento di spicco della “vecchia camorra”, nipote degli ZAZA, tra i primi, nel contesto criminale
campano, a affiliarsi, negli anni ’70, a Cosa Nostra siciliana.

La consorteria aveva mantenuto il predominio, nonostante i numerosi provvedimenti giudiziari e l’opposizione di organizzazioni contendenti, in particolare dei clan CONTINI e RINALDI-REALE, per il pieno controllo delle zone del centro di Napoli (Forcella, Maddalena, Mercato, rione Luzzatti, rione Sant’Alfonso). La conflittualità tra i RINALDI ed i MAZZARELLA ha visto una ripresa a seguito delle scarcerazioni di personaggi di rilievo dell’una e dell’altra consorteria criminale.

A ciò si aggiunga anche l’attività repressiva delle Forze dell’ordine, che ha creato repentini sbilanciamenti tra le fazioni contrapposte. Inoltre, lo scontro si sarebbe riacutizzato dopo gli arresti del novembre 2017 di numerosi esponenti del clan DE MICCO, operante nel quartiere di Ponticelli, già zona di influenza del disciolto clan SARNO, alleato ai MAZZARELLA. I provvedimenti avrebbero dato spazio a tentativi di conquista di quel territorio da parte dei RINALDI.

Risale al mese di febbraio un decreto di fermo eseguito dalla Polizia di Stato nei confronti del reggente del clan MAZZARELLA e di altri elementi di spicco. Tuttavia, dalla lettura di un ulteriore provvedimento cautelare eseguito sempre dalla Polizia di Stato, emerge che i MAZZARELLA disporrebbero di una notevole quantità di armi e agirebbero in modo particolarmente spregiudicato.

Nell’ordinanza in argomento, tra l’altro, si richiama l’omicidio di un affiliato al clan FORMICOLA, consumato nel 2012, che avrebbe segnato la rottura tra quest’ultimo gruppo ed i MAZZARELLA, un tempo alleati, sancendo un avvicinamento dei FORMICOLA al sodalizio RINALDI-REALE. In tale contesto si inquadrerebbero gli omicidi, le azioni di fuoco e gli attentati dinamitardi che hanno coinvolto appartenenti ai vari gruppi, nonchè pregiudicati legati alle famiglie RINALDI e FORMICOLA.

Il quartiere Ponticelli è stato teatro di reiterati e violenti episodi di scontri armati. A seguito degli arresti di novembre del 2017 nei confronti del clan DE MICCO, il cartello di famiglie DE LUCA BOSSA-MINICHINISCHISA avrebbe preso il sopravvento sull’intera area, grazie anche ad un’alleanza intessuta con i RINALDI-REALE-FORMICOLA. In tale contesto rileva anche il dinamismo criminale del gruppo DE MARTINO, retto da un fedelissimo del sodalizio DE MICCO ed avversario dei DE LUCA-BOSSA-MINICHINI.

Il tracollo dei DE MICCO ha comportato il susseguirsi di azioni intimidatorie nell’intera area, consentendo la risalita del clan CUCCARO, presente nel vicino quartiere Barra. Un altro sodalizio operativo a Barra, il gruppo APREA, decimato dai numerosi arresti, per non perdere autorevolezza si sarebbe coalizzato con il cartello DE LUCA-BOSSA-MINICHINI-RINALDI. In tale contesto, il nipote di un elemento di spicco del clan CELESTE (nei primi anni 2000, contrapposta, con gli alleati sodalizi GUARINO e ALBERTO, al clan APREA) si è inserito con un autonomo gruppo nelle attività di usura, ricettazione e dello spaccio di droga.

 

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