Inchiesta

Camorra, clan Vanella – Grassi | La storia, le origini, i protagonisti

Vanella – Grassi è un clan di camorra presente nella città di Napoli. Le aree sotto il suo controllo sono prevalentemente i quartieri di Secondigliano, Scampia e zone limitrofe.

La stampa, ne racconta le vicende di cronaca; gli organi investigativi, i profili criminologici. L’inchiesta ne ha messo insieme le informazioni e ne ha ripercorso i fatti.

Alcuni di questi nomi e clan appartenevano e appartengono alla storia della camorra napoletana e non solo. Con i pugni, i coltelli e le pistole usano impropriamente la parola “onore” solo per interesse, hanno versato e fatto versare sangue, colpevole e innocente, hanno inventato illusorie regole profane per nasconderle dietro simboli sacri, per spaventare e per farle rispettare con la violenza e così controllano i più deboli e legittimano i loro peccati.

Ecco gli avvenimenti

Clan Vanella – Grassi: storia, origini, protagonisti

Il clan Vanella-Grassi venne fondato negli anni ‘90 da Salvatore Petriccione, 52 anni, detto ‘O Marenaro.

Le regole fondamentali di “Totore ‘o marenaro” erano quelle di famiglia e unione al primo posto. Infatti nel clan erano i rapporti di parentela ed affinità con i parenti ad essere la vera forza del gruppo. Ecco il segreto della coesione della “Vanella Grassi”, il triumvirato che governò sino al periodo dell’arresto di Antonio, nel maggio 2014.

Salvatore Petriccione
Salvatore Petriccione

Successivamente venne il turno dei cugini degli Accurso, Antonio Coppola e Gaetano Angrisano, fratello di Francesco, ucciso tempo prima.

Ad essi si affiancavano il “responsabile economico” del clan, Giuseppe Corcione e un altro giovane promettente, legato ad una parente della moglie di Umberto Accurso, Roberto Ciuoffi.

Ma quando, a dicembre del 2014, anche i quattro vengono arrestati, Corcione, Coppola, Angrisano e Ciuoffi, la “Vinella” si riorganizza nuovamente con un veloce ricambio di reggenti e di comprimari.

Il risultato, venne riportato dalla Dda:

“Fu un inevitabile abbassamento dell’età dei capi e dei quadri intermedi, nonché degli affiliati, con una contestuale riduzione dei tempi di affiliazione per raggiungere le posizioni apicali della consorteria, posizioni comunque caratterizzate da una marcata matrice familiare”. Quest’ultima fase venne raccontata da Mario Pacciarelli e soprattutto da Antonio Accurso.

Faide di Secondigliano

  • Nella prima faida di Secondigliano le fazioni che si scontrarono furono quelle dei Di Lauro e quelle degli Scissionisti, ovvero un gruppo di clan fedelissimi a Paolo Di Lauro, boss e capostipite dell’Impero Di Lauro, che dopo il suo arresto lasciò gli affari nelle mani del figlio Cosimo Di Lauro, che, però, apportò radicali cambiamenti al sistema che aveva creato il padre, modificando modalità di ripartizione dei proventi e cambiando di tutti gli uomini di fiducia con nuove leve.

Il padre Paolo Di Lauro con i suo sistema e con i suoi uomini di fiducia riuscì a rendere Secondigliano e Scampia le piazze di spaccio più grandi d’Europa e forse di più, il figlio Cosimo Di Lauro, riuscì a smantellare quella “macchina perfetta da soldi” e ne costruì una “perfetta da guerra” che creò malumori e morti, tanti morti, riducendo un impero in un feroce campo da battaglia.

  • La seconda faida di Secondigliano vide, invece, contrapposti in una spaccatura interna agli scissionisti, questi e un altro gruppo dal nome “I Girati” , che significa “i traditori”, che vide alcuni di quei primi clan contrapposti ai Di Lauro, rivedere la propria posizione e tra questi clan vi erano proprio il clan Vanella-Grassi.
  • Nella terza faida di secondigliano si videro contrapposti diversi gruppi e una vera e propria ecatombe che terminò con nessun vincitore e nessuno sconfitto, data la grande attenzione mediatica che ebbe il fenomeno e i tanti morti.

Si terminò immediatamente, “in alcuni casi le guerre non fanno bene agli affari di nessuno”.

Intercettazione di Maria Licciardi sui Vanella – Grassi

Durante una intercettazione fatta alla boss Maria Licciardi emerse, che in un episodio la boss convocò uno dei “colonnelli” che per le proprie mire espansionistiche sarebbe entrato in contrasto col sanguinario clan Vanella-Grassi e avrebbe rimesso in chiaro il ruolo di subordinato.

In quella circostanza le microspie delle forze dell’ordine intercettarono un messaggio preciso: “Tu comandi perché spendi il nome nostro, il nome dei Licciardi”.

Camorra clan Vanella Grassi storia

Il collaboratore di giustizia D’Atri e le dichiarazioni sui Vanella-Grassi

Secondo le dichiarazioni che fece agli organi inquirenti il collaboratore di giustizia “Gegè”, anche dopo l’arresto dei boss, Vanella-Grassi, all’interno del carcere il loro potere non diminuì affatto.

Il collaboratore di giustizia fece durissime asserzioni sul personale della Polizia Penitenziaria e sul fatto che per un costo che andava dai 4 mila euro ai 5 mila euro, i capibastone Vanella-Grassi, come gli affiliati del clan riuscissero ad arrivare anche “ai piani alti” della gestione dei detenuti.

Con determinate somme di denaro, tangenti, i Poliziotti e i Funzionari facevano spostare i detenuti da una cella all’altra, da un braccio all’altro delle carceri e in alcuni casi addirittura da un carcere all’altro.

Così facendo i boss riuscivano a portare avanti indisturbati i propri affari e a dare ordini dall’interno del carcere.

Tanto furono prese seriamente in considerazione le dichiarazioni di “Gegè”, che venne aperta un’indagine e non solo vennero trovate prove a sostegno di esse e messe agli atti, ma diversi altri testimoni fecero deposizioni a riguardo.

Il tutto inserito nello stesso filone di indagini che avrebbe portato gli investigatori alle piazze di spaccio presenti nelle carceri di Secondigliano e almeno altri istituti di detenzione.

Spaccio e gestione del personale del carcere tutto sotto il comando del clan Vanella-Grassi.

Arresti eccellenti

  • Salvatore Petriccione Junior, pesanti le accuse mosse nei suoi confronti.

Gennaio 2022 Salvatore Petricelli Junior, 22 anni, figlio di o boss “Totore ‘o marenaro”, venne accusato di aver picchiato quasi a morte un suo coetaneo a causa di una ragazza, contesa per “amore”.

Salvatore jr Petriccione
Salvatore jr Petriccione

Un messaggio inviato alla vittima, che gli faceva credere di essere la ragazza e che lo volesse incontrare, lo attirò, invece, in un vero e proprio agguato a tutti gli effetti.

Quando la vittima raggiunse il luogo indicato, il malcapitato, invece di incontrare la ragazza, si trovò di fronte 6 ragazzi incappucciati che lo picchiarono quasi fino ad ucciderlo.

Per fortuna venne prontamente ricoverato in ospedale e dopo diverse pressioni da parte delle Forze dell’Ordine per farsi raccontare l’accaduto, gli Operatori riuscirono a risalire ai responsabili dell’aggressione e a portarli in arresto.

Alla fine si concluse che non fu un atto di semplice criminalità, ma un vero e proprio atto camorristico.

Arresti Vanella-Grassi

Relazioni Dia

Dalle ultime informazioni ottenute sul campo dagli Operatori della Dia coordinati e diretti dalla Dda di Napoli, si evince che dal decadimento del clan Di Lauro, i Vanelli-Grassi si sono collocati nei quartieri di Secondigliano e Scampia, e nelle aree limitrofe, dimostrando interesse e capacità “militare” espansiva e riuscendo a consolidare anche accordi con i potenti gruppi dell’Alleanza di Secondigliano, che comprende numerosi altri sottogruppi e fiancheggiatori.

Clan Vanella – Grassi oggi

Il clan Vanella-Grassi è attivo e in fase di espansione. I business principali sono il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti, il traffico di armi da fuoco, esplosivi, estorsioni, gioco d’azzardo online illegale, sale da gioco d’azzardo, toto nero, vendita di abbigliamento contraffatto.

A Scampia le piazze di spaccio restano divise tra i vari gruppi, ovvero Vanella-Grassi, Abbinante, Abete-Notturno, Amato-Pagano e Sacco, che secondo la Dia avrebbero trovato una sorta di accordo per convivere nello stesso territorio.

Organizzato in una confederazione che comprende anche i Grimaldi di San Pietro a Patierno, gli Angrisano di Scampia e gli Spera della Vela Celeste.

Nelle Case Celesti continuano ad essere egemoni i Marino. Inoltre, con la possibilità che la squadra di calcio del Napoli vinca lo scudetto 2023, il clan Vanella-Grassi si è inserito nel commercio dei gadget contraffatti, considerando che attualmente c’è in atto una vera e propria faida tra i clan più potenti di Napoli per aggiudicarsi “l’illecita gara d’appalto”.

Secondo i reparti investigativi il clan è fortemente deciso all’espansione, soprattutto nelle zone di Scampia e Secondigliano e starebbe aumentando notevolmente uomini e armi con lo scopo di iniziare una prossima faida, nel proprio stile, sanguinosa e cruenta, con gli antagonisti del vicinato.

Tra Secondigliano e Scampia è confermata la presenza del clan Vanella-Grassi, che in verità si sta guadagnando il nome, con l’arrivo di nuovi ras e nuove leve, di clan nuovo Vanella-Grassi.

Giuseppe De Micco

Giuseppe De Micco è un giornalista di inchiesta. Si occupa soprattutto di criminalità organizzata in Campania

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