Cronaca

Camorra a Napoli: ecco le famiglie più potenti della provincia, la relazione aggiornata della Dia

Area Orientale: quartieri Ponticelli, S. Giovanni a Teduccio, Barra

Nella periferia ad est di Napoli, sin dai primi mesi del 2018, si è registrata un’escalation di omicidi, scorribande armate, esplosioni di colpi d’arma da fuoco, agguati e ferimenti. Le tensioni si sono intensificate a seguito dei
numerosi arresti che hanno destabilizzato i gruppi criminali, mutandone equilibri e assetti interni.

La camorra a San Giovanni a Teduccio

Le vicende del quartiere San Giovanni a Teduccio sono legate allo storico scontro tra la famiglia MAZZARELLA ed i RINALDI-REALE del Rione Villa. Gli equilibri della citata area si riflettono nel confinante quartiere Ponticelli, dove
operano il sodalizio DE LUCA BOSSA-MINICHINI (con base nel cd. “Lotto 0”) e il gruppo SCHISA (cd. dei Pazzignani) del Rione De Gasperi, composto da reduci del clan SARNO. Questi gruppi si sono coalizzati con gli
APREA di Barra e con la famiglia RINALDI/REALE, per imporsi nell’area orientale di Napoli e contrastare il sodalizio MAZZARELLA.

Per quanto insidiato più volte, il clan MAZZARELLA è riuscito, fino ad ora, a mantenere saldo il controllo del
territorio, avvalendosi dell’appoggio di fedeli gruppi criminali, quali la famiglia D’AMICO. Un provvedimento
cautelare del mese di luglio 2018, eseguito dalla Polizia di Stato, conferma peraltro che i MAZZARELLA dispongono di una notevole quantità di armi per far efficacemente fronte agli attacchi provenienti dai gruppi contrapposti.

Negli ultimi mesi del 2018, sono deceduti, per cause naturali, due fratelli MAZZARELLA, nipoti del defunto capo del gruppo ZAZA, che fu tra i primi, nel contesto criminale campano, ad affiliarsi, negli anni ’70, a cosa nostra siciliana.

Il primo, stabilitosi nella zona del Pallonetto a Santa Lucia è scomparso a settembre; il successivo mese di novembre è deceduto l’altro, al quale era stato affidato il controllo del quartiere Poggioreale, dove la famiglia MAZZARELLA ha la propria “roccaforte” nel rione Luzzatti469.

Alle descritte vicende si sono affiancati alcuni arresti di soggetti di elevata caratura criminale: il 15 settembre
2018, a Casoria (NA), è stato catturato uno dei reggenti470, latitante; il giorno successivo c’è stato l’arresto, a Napoli, nel quartiere Mercato, di un altro affiliato ed il 31 ottobre, in una villetta in zona Varcaturo, a Giugliano in Campania (NA), è stato arrestato l’attuale reggente per la zona di San Giovanni a Teduccio471.

Lo scontro con i RINALDI/REALE si protrae sin dagli anni ’90, interrotto solo in alcuni periodi, per gli arresti di affiliati ai rispettivi sodalizi. Il feroce antagonismo non sembra destinato a placarsi per gli interessi in campo e sembra interessare non solo i quartieri orientali ma anche altre aree cittadine, come Poggioreale, i rioni Luzzatti e Sant’Alfonso e il quartiere Mercato.

La rivalità, negli ultimi tempi, si è particolarmente acuita anche per la scarcerazione di personaggi di rilievo militanti nelle file del clan MAZZARELLA472. La pericolosità dei gruppi coinvolti è attestata dai ritrovamenti di armi e dai numerosi atti intimidatori, sostanziatisi in omicidi e nell’esplosione di colpi di arma da fuoco contro abitazioni o auto degli avversari473. Tra gli altri, si segnala quello avvenuto a San Giorgio a Cremano (NA), dove, il 5 luglio, due motociclisti provenienti dal quartiere San Giovanni a Teduccio hanno esploso alcuni colpi d’arma da fuoco contro un bar, mandando in frantumi la vetrina e provocando il ferimento di una persona.

Le prime attività info-investigative hanno accertato come gli spari fossero indirizzati ad un gruppo di giovani, tra i quali c’era il figlio di uno dei capi del clan MAZZARELLA. I numerosi arresti di esponenti dei clan MAZZARELLA e D’AMICO avrebbero dato, per un certo periodo, più forza ai RINALDI, il cui capo clan – resosi latitante ad ottobre dopo l’emissione di un provvedimento di custodia cautelare in carcere del GIP presso il Tribunale di Napoli – è stato tratto in arresto a febbraio 2019.

Sull’altro fronte si evidenzia un riavvicinamento al clan MAZZARELLA del gruppo FORMICOLA, “riconciliatisi” dopo una fase di avvicinamento dei FORMICOLA al clan RINALDI. La menzionata famiglia FORMICOLA avrebbe il controllo della vendita di sostanze stupefacenti e delle estorsioni, proiettandosi anche fuori regione.

I FORMICOLA sarebbero stati collegati al gruppo SILENZIO fino alla scarcerazione, nel maggio 2018, del capo di quest’ultimo gruppo, che avrebbe deciso di creare un clan autonomo4. La separazione tra le predette consorterie potrebbe trovare conferma nel citato agguato verificatosi il 23 ottobre 2018, consumato in un territorio ritenuto sotto l’influenza criminale della famiglia SILENZIO.

La camorra nel quartiere di Ponticelli

Anche il quartiere Ponticelli continua a far registrare accese frizioni tra gruppi criminali, che si rendono protagonisti di scorribande armate e sparatorie. Imploso il clan DE MICCO, si registra una forte conflittualità tra i gruppi che vorrebbero ereditarne l’influenza sul quartiere. Allo stesso modo si segnalano scontri che vedono contrapposti la famiglia DE MARTINO, fedelissima ai DE MICCO, e gruppi emergenti.

Il 18 luglio, è stato tratto in arresto a Barcellona (Spagna)478 un latitante, sottrattosi, a febbraio 2018, all’esecuzione di un provvedimento cautelare emesso dal GIP presso il Tribunale di Napoli per traffico internazionale di sostanze stupefacenti. L’ordinanza è stata emessa a conclusione dell’operazione “Scugnizza 2”, che ha documentato l’importazione di ingenti quantitativi di stupefacenti (cocaina, hashish e marijuana) da parte di un’associazione composta da soggetti legati al clan DE MICCO e a un gruppo del Rione Pazzigno di San Giovanni a Teduccio, in seno alla quale il latitante avrebbe ricoperto il ruolo di responsabile dell’approvvigionamento e dello smistamento dello stupefacente nelle zone di Massa Carrara e Ibiza (Spagna) 479.

La deflagrazione del clan DE MICCO, ma anche le difficoltà operative dell’avversario clan D’AMICO hanno con tribuito a rendere la zona terreno fertile per altri gruppi coalizzatisi in un unico cartello, composto dalle famiglie DE LUCA BOSSA- MINICHINI-SCHISA di Ponticelli e RINALDI-REALE. Il 5 novembre, la Polizia di Stato ha eseguito un provvedimento cautelare che ha colpito affiliati al gruppo DE MARTINO e al sodalizio MINICHINIDE LUCA BOSSA480.

Prima ancora, un’altra attività investigativa, condotta dai militari dell’Arma, aveva documentato la solidità di un altro gruppo riferibile alla famiglia CASELLA – articolazione del disciolto clan SARNO – che gestiva nel quartiere Ponticelli alcune piazze di spaccio.

L’indagine ha accertato il forte radicamento del gruppo CASELLA sul territorio dove ha operato prima in accordo, poi in disaccordo, con i DE MICCO, beneficiando altresì del supporto del clan MAZZARELLA. Nel quartiere Barra opera il sodalizio CUCCARO-APREA, la cui egemonia era stata messa in discussione da una nuova consorteria criminale, formata da ex appartenenti, attualmente non più operativa.

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