Campania, in un mese 120 bambini ricoverati nelle terapie intensive per il virus respiratorio sinciziale
Campania, aumentano i casi di virus respiratorio sinciziale. In un mese 120 bambini ricoverati nelle terapie intensive neonatali
Aumentano i casi di virus respiratorio sinciziale in Campania. Un virus che si presenta con tosse, raffreddore e difficoltà respiratorie e che in Campania ha riempito quasi tutti i posti letto dei reparti pediatrici. Colpisce principalmente i bambini sotto i due anni. Inizialmente mostrano i classici sintomi influenzali, che possono però evolvere fino a richiedere cure ospedaliere.
Campania, aumentano i casi di virus respiratorio sinciziale
“Dal 15 ottobre al 15 novembre abbiamo ricoverato circa 120 pazienti nelle terapie intensive neonatali – afferma al Mattino il professor Giovanni Chello, presidente Sin Campania e primario di neonatologia e terapia intensiva neonatale Ospedale Monaldi di Napoli – Si tratta di bambini sotto il primo mese di vita, che vivono quindi situazioni delicate. La degenza media è intorno ai 10 giorni. Con l’abbassamento delle temperature è lecito aspettarsi un incremento dei ricoveri. Secondo i dati epidemiologici provenienti anche dall’estero, rispetto agli scorsi anni l’aumento dell’incidenza della malattia è di 5-10 volte”.
Cos’è il virus respiratorio sinciziale umano
L’infezione da virus respiratorio sinciziale e l’infezione da metapneumovirus umano (Human metapneumovirus, hMPV) causano infezioni dell’apparato respiratorio superiore e talvolta di quello inferiore. Il virus respiratorio sinciziale (VRS) è una causa molto comune di infezione dell’apparato respiratorio, in particolare nei bambini. Quasi tutti i bambini contraggono l’infezione nei primi 4 anni di vita e molti nel primo anno.
L’infezione non rende completamente immuni, pertanto la reinfezione è comune, anche se in genere è meno grave. I focolai avvengono generalmente nei mesi invernali e all’inizio della primavera. Il VRS è la causa più comune di malattia dell’apparato respiratorio inferiore nei piccoli lattanti ed è responsabile di oltre 50.000 ricoveri ogni anno negli Stati Uniti nei bambini d’età inferiore ai 5 anni.
La prima infezione spesso deriva da una malattia dell’apparato respiratorio superiore, accompagnata da congestione e febbre all’apparato respiratorio inferiore, il che causa molto frequentemente bronchiolite e talvolta polmonite con tosse e difficoltà respiratoria. Le infezioni successive interessano generalmente l’apparato respiratorio superiore. I bambini che hanno avuto bronchiolite presentano una maggiore probabilità di ricevere una diagnosi di asma in età successiva.
I bambini con disturbi occulti gravi (ad esempio malattia cardiaca congenita, asma, fibrosi cistica o immunosoppressione), o che sono nati prematuri, e i lattanti sotto i tre mesi hanno un rischio elevato di sviluppare una forma acuta della malattia. Il virus respiratorio sinciziale può colpire anche gli adulti e i bambini più grandi, mentre negli anziani può provocare la polmonite. Il matapneumovirus umano (hMPV) è un virus simile, ma indipendente,. ha la medesima stagionalità del VRS ma è meno contagioso.
I sintomi
Il VRS e l’hMPV causano sintomi analoghi. Rinorrea e febbre iniziano 3-5 giorni dopo il contagio. Circa la metà dei bambini alla prima infezione sviluppa anche tosse e respiro sibilante, cosa che indica un interessamento dell’apparato respiratorio inferiore. Nei lattanti di meno di 6 mesi, il primo sintomo può essere la breve interruzione della respirazione (apnea). Alcuni bambini, in genere i più piccoli, sviluppano distress respiratorio grave e alcuni muoiono.
Negli adulti sani e nei bambini più grandi la malattia è solitamente leggera e può manifestarsi solamente come un comune raffreddore.
Diagnosi
Cura e trattamento
I bambini che presentano difficoltà respiratoria sono invece ricoverati in ospedale. A seconda della condizione, i medici possono trattarli con ossigeno e liquidi per vena. La ribavirina, un farmaco antivirale, è raccomandata soltanto nei bambini che hanno un sistema immunitario gravemente indebolito.
La maggior parte dei bambini non necessita di ricovero. Il trattamento domiciliare è principalmente volto all’alleviamento dei sintomi. Per esempio, i bambini possono ricevere analgesici e liquidi per prevenire la disidratazione. I genitori devono monitorare attentamente il bambino per segni di gravi difficoltà respiratorie o disidratazione.