Cultura ed Eventi

Capodimonte, l’opera dell’artista Umberto Manzo

NAPOLI. La sezione di arte contemporanea del Museo e Real Bosco di Capodimonte si arricchisce di una nuova opera dell’artista napoletano Umberto Manzo: Senza Titolo, 2016 sarà presentata al pubblico sabato 3 marzo 2018 alle ore 11.30 dal direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte Sylvain Bellenger, dall’artista, dalla gallerista Laura Trisorio, dalla Presidente della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee e del museo MADRE Laura Valente e dal direttore del museo MADRE Andrea Viliani.

L’opera

Un’opera di grandi dimensioni (cm 280×220) che Manzo ha voluto donare a Capodimonte seguendo la scia di altri grandi esponenti dell’arte contemporanea come Alberto Burri, Jannis Kounellis, Louise Bourgeois, Mimmo Jodice, Mimmo Paladino. A partire dagli anni Ottanta le mostre dei singoli artisti contemporanei al Museo di Capodimonte sono state organizzate con la preziosa collaborazione di vari galleristi privati: Lucio Amelio, Peppe Morra, Lia Rumma, Lucia e Laura Trisorio, Alfonso Artiaco e soprattutto con gli Incontri Internazionali d’Arte di Graziella Lonardi Bontempo a cui è dedicata la sezione.

“L’opera è un polittico di nove elementi realizzato con tecnica mista su carta e tela, legno, ferro, vetro – afferma Manzo – e rappresenta la testa di Afrodite. Come tutti i miei lavori, vuole essere una sintesi tra arte antica e contemporanea, con un chiaro riferimento anche a Napoli, città stratificata per eccellenza, un tentativo per dire che l’arte è una sola, senza distinzioni temporali”. “Ho voluto donare quest’opera a Capodimonte – continua l’artista – perché credo che sia particolarmente indicata per un museo che racchiude tutta la storia dell’arte, dal ‘300 ai giorni nostri, con una grande apertura verso il contemporaneo. E’ un grande onore e un importante riconoscimento per me, come per ogni artista, avere una propria opera nella sezione di arte contemporanea del Museo e Real Bosco di Capodimonte, accanto a maestri come Burri, Paladino, Warhol, Kounellis e Mimmo Jodice”.

Fin dagli anni Ottanta il lavoro dell’artista partenopeo è caratterizzato da un percorso che l’ha portato a confrontarsi con tecniche e materiali eterogenei quali l’emulsione fotografica, la grafite, la pittura a olio, i colori e le colle vegetali, fino ad elaborare un proprio linguaggio inconfondibile. Nelle opere più recenti l’artista sperimenta nuove soluzioni formali per realizzare i suoi archivi della memoria, continua a stratificare i suoi disegni e li colloca nello spessore del telaio creando poi tagli multiformi, sagome di erme classiche o profili di volti, attraverso i quali riemergono le carte con infinite narrazioni. Come nelle sue prime opere il corpo resta la sua cifra stilistica riconoscibile e diventa unità di misura dello spazio e del tempo nell’opera-archivio. L’artista scruta oltre la superficie, alla ricerca di molteplici significati, di un ordine nuovo che indaga anche i possibili riferimenti alle architetture classiche.

Una mostra personale dell’artista è in corso fino al 7 aprile 2018 presso lo Studio Trisorio (via Riviera di Chiara 215, Napoli).

Inoltre, nel mese di giugno 2018 un’altra opera di Manzo sarà donata dall’artista alla collezione del MADRE, il museo d’arte contemporanea della Regione Campania, e presentata nell’ambito del progetto Per_formare una collezione: per un archivio dell’arte in Campania.

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