Cronaca

Ponticelli, Carmine D’Onofrio ucciso con 7 colpi di pistola: la vendetta trasversale | LE INDAGINI

Napoli, Carmine D'Onofrio ucciso a Ponticelli: la vendetta di camorra. Carmine D'Onofrio è il figlio illegittimo di Giuseppe De Luca Bossa

Emergono dettagli sulla morte di Carmine D’Onofrioucciso Ponticelli nella notte tra martedì 5 e mercoledì 6 ottobre. Il figlio illegittimo di Giuseppe De Luca Bossa, fratello di Antonio, detto Tonino ‘o sicco, è stato ucciso con sette colpi di pistola calibro 45. È morto così il figlio del boss ergastolano che dal carcere continua a comandare e a gestire estorsioni e traffici di droga come riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.

Napoli, Carmine D’Onofrio ucciso a Ponticelli: la vendetta di camorra

Erano le due di notte quando D‘Onofrio si trovava a bordo della sua Panda con la convivente incinta quando dall’ombra sono spuntati i killer. Sette colpi, tutti andati a segno. Per il giovane, trasportato da alcuni familiari all’ospedale Villa Betania, non c’è più niente da fare. Si tratterebbe di una vendetta trasversale dalla chiara matrice camorristica che induce gli inquirenti a ipotizzare come mandante la famiglia De Micco, che da mesi combatte i rivali con botta e risposta senza esclusione di colpi.

Omicidio Ponticelli, la ricostruzione

Il ragazzo è deceduto a seguito delle gravi ferite riportate, presso il pronto soccorso di Villa Betania. Sono sette i bossoli calibro 45mm rinvenuti sul posto dai Carabinieri. I militari della Compagnia di Poggioreale e quelli del Nucleo Investigativo di Napoli procedono per le indagini.


omicidio ponticelli


Chi era Carmine D’Onofrio

Carmine D’Onofrio è il figlio illegittimo di Giuseppe De Luca Bossa, fratello di Antonio, quest’ultimo noto come Tonino ‘o sicco, fondatore dell’omonimo sodalizio criminale che contende ai De Micco il controllo di Ponticelli.

La faida

Un attentato, quello contro il capo dei Bodo che sin da subito aveva fatto nascere il timore che lo scontro tra i due cartelli criminali potesse inasprirsi al punto da sfociare in una guerra totale per il controllo degli affari illeciti come riportato da Il Mattino. A innescare la nuova faida, riferiscono le forze dell’ordine, sarebbe stata la scarcerazione, avvenuta alcuni mesi fa, dello stesso De Micco. Il ras, una volta tornato in circolazione, avrebbe, infatti, riorganizzato il suo sodalizio e rinnovato l’intesa con i De Martino, i famigerati XXX del rione Fiat. Un patto d’acciaio finalizzato a estromettere le cosche rivali.

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