Curiosità

Carnevale a Napoli, 5 curiosità sulla maschera di Pulcinella

NAPOLI. Pulcinella è una delle maschere di Carnevale più famose al mondo. Facile da comprendere per la sua semplicità, resta impresso nell’immaginario collettivo perché racchiude in sé le caratteristiche principali di una delle città più note e visitate in assoluto.

Se Pulcinella non è lo specchio perfetto di Napoli, si può dire certamente che ci siamo quasi. Allegro e spensierato, triste e malinconico, furbo e un po’ accattone, saggio e infantile, folle e poi assennato. Da secoli ormai la maschera di Pulcinella sembra essere un compendio della città. Nonostante i tempi cambino, e anche velocemente, lui resta sempre lì. Tra stereotipo e innovazione. Nostalgia di un passato mitizzato e voglia (e paura) di andare avanti.

Ma da dove nasce la maschera di Pulcinella e perché ha avuto così tanto successo a Napoli prima e in tutto il mondo poi? Ecco 5 curiosità che possono aiutarci a comprendere i motivi che rendono Pulcinella un simbolo così riconoscibile agli occhi di tutti, italiani e non.

Le origini della maschera di Pulcinella

Per risalire alla nascita della maschera di Pulcinella occorre tornare molto indietro negli anni. La prima apparizione si ebbe intorno al XIV secolo. In quegli anni, mentre a Firenze fioriva la letteratura in lingua volgare, a Napoli alcuni poeti usavano indicare un preciso carattere col nome di “Pulecenella”. La tipologia indicata era, appunto, quella di un nullafacente, anche un po’ imbroglione, figura che da sempre ha caratterizzato molte opere, sia teatrali che letterarie.

Tuttavia, le origini della maschera di Pulcinella, per alcuni, risalgono addirittura alle Fabulae Atellanae, quindi al teatro dell’antica Roma (IV secolo a. C.) e non sono tanto distanti da una figura molto cara al commediografo latino Plauto. Si tratta del Maccus, un servitore spesso rappresentato col naso lungo e vestito con una tunica bianca e larga sotto la quale nasconde un’ingombrante pancia.

Perché si chiama Pulcinella?

Anche sull’origine del nome Pulcinella non c’è un parere del tutto concorde. Per alcuni deriva da pulcinello, ovvero piccolo pulcino. Un nome derivato quindi dal becco che caratterizza la maschera di Pulcinella così come la conosciamo oggi.

Per altri, invece, il nome è dovuto all’unione di Puccio d’Aniello, un contadino di Acerra la cui fisionomia avrebbe ispirato l’attore Silvio Fiorillo. È proprio a questa personalità, e alla stessa Acerra, che è legata la nascita della maschera di Pulcinella così come ci è nota oggi. L’opera di Fiorillo risale al XVI secolo.

La maschera di Pulcinella è infatti molto simile alla figura di Puccio d’Aniello così come è stata ritratta da un’opera che si attribuisce a Ludovico Carracci.

Pulcinella è ermafrodito?

Pulcinella è ermafrodito? Secondo una parte della tradizione, la maschera di Pulcinella sarebbe caratterizzata anche da quest’altro aspetto. Non a caso, è ben noto che Pulcinella muoia al termine del giorno di Carnevale. In che modo? Partorendo un piccolo “replicante” che fuoriesce dalla gobba o da una parte meno nobile, per così dire.

Anche questo particolare, in realtà, è un tratto che rappresenta ancora una volta in maniera allegorica il carattere contraddittorio di Pulcinella, il suo essere genuino ma furbo, svogliato ma generoso, allegro e melanconico.

Il segreto di Pulcinella, perché si dice così?

L’immagine e il carattere di Pulcinella sono talmente forti da far nascere leggende e modi di dire entrati nell’immaginario collettivo nonché nell’uso quotidiano. Molto diffuso, ad esempio, è l’idiomatismo “il segreto di Pulcinella”.

Si tratta di un modo di dire che si usa per indicare un segreto che non è più tale, ma che è anzi ben noto a un gran numero di persone. La locuzione è strettamente legata al carattere di Pulcinella e alla sua incapacità di tener nascoste le cose. Soprattutto, come ci insegna la lunga tradizione della commedia dell’arte, quando si tratta di “segreti” che sbeffeggiano o danneggiano i potenti. Un altro segno di irriverenza che, guarda caso, accomuna la maschera più nota al mondo a un ulteriore tratto tipico del popolo a cui appartiene.

Pulcinella all’estero

La maschera di Pulcinella è probabilmente la più conosciuta al mondo. Già dal XVIII secolo fu esportata al di là dei confini italiani. Nei vari Paesi in cui è entrato, tuttavia, Pulcinella ha assunto diverse connotazioni che, anche dal punto di vista dell’aspetto fisico, lo allontanano un po’ dalla maschera a cui siamo abituati in Italia.

A seconda dei Paesi, poi, Pulcinella cambia anche nome: in Francia è noto come Polichinelle (foto sopra), in Inghilterra come Punch, in Spagna con il suggestivo nome di don Cristobal. E ancora, in Germania è chiamato Kaspar, in Russia Petruska e in Turchia Karagoz.

Ovunque, tuttavia, la maschera di Pulcinella rappresenta un prodotto artistico e folkloristico di Napoli e dell’identità del territorio partenopeo. Ennesimo segno di quanto la cultura napoletana riesca a essere incisiva in tutto il mondo.

Il museo di Pulcinella

Per approfondire tutti gli aspetti e i particolari che riguardano la maschera di Pulcinella è possibile visitare il Museo di Pulcinella del Folklore e della Civiltà Contadina ad Acerra.

 

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