Cronaca

Caserma degli orrori a Piacenza, carabinieri arrestati: la madre difende Montella

Tra i carabinieri arrestati a Piacenza ci sono anche quattro militari napoletani. Si tratta di Giuseppe Montella, di Brusciano, Angelo Esposito, di Napoli e Giacomo Falanga, di Pozzuoli, coinvolti nell’operazione Odysséum della Guardia di Finanza che ha portato al sequestro della caserma di Piacenza Levante in via Caccialupo. La madre di Montella difende il figlio dalle accuse: “È un bravo ragazzo”.

Carabinieri arrestati, lo scenario inquietante

Le accuse sono, a vario titolo, di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione, estorsione, arresto illegale, tortura, lesioni personali, peculato, abuso d’ufficio, falsità ideologica, violenza privata aggravata, truffa ai danni dello Stato.

Gli inquirenti descrivono uno scenario inquietante che vedeva a capo del gruppo Giuseppe Montella, detto Peppe. Una sorta di “trascinatore”, a cui sono contestati anche numerosi episodi di spaccio di sostanze stupefacenti (e perfino di anabolizzanti). Per il gip di Piacenza, è uomo che “non mostra paura di nulla ed è dotato di un carattere particolarmente incline a prendere parte ad azioni pericolose e violente”. Per sua mamma Giuseppina, invece, come racconta “La Stampa”, il carabiniere è “un bravo ragazzo. E tirano fuori Gomorra perché veniamo da Napoli. Se Peppe era di Piacenza non lo dicevano che era Gomorra”.

La madre difende Montella

Per sua mamma Giuseppina, come racconta “La Stampa”, il carabiniere Montella è “un bravo ragazzo. E tirano fuori Gomorra perché veniamo da Napoli. Se Peppe era di Piacenza non lo dicevano che era Gomorra”.

Non ci credo a tutte quelle storie che ho sentito in televisione” ripete alla “Stampa”. E aggiunge: “Se faceva veramente del male, deve pagare, ma io non ci credo. Un bravo ragazzo, si stava pure laureando in Giurisprudenza…”. E sulla disponibilità di tanto denaro e delle foto fatte sventolando banconote, la signora Giuseppina ricorda: “Mi ha detto che li aveva vinti al Superenalotto con gli amici, non erano in caserma…”.

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