Centro Agroalimentare, la discussione torna in commissione Bilancio

NAPOLI. La commissione Bilancio, presieduta da Manuela Mirra, ha nuovamente discusso della situazione del Centro Agroalimentare di Napoli, con la partecipazione dell’assessore Enrico Panini, del presidente del Centro Carmine Giordano e del dirigente del servizio Partecipate Gianfranco Dentale, approfondendo in particolare i dettagli della richiesta di concordato preventivo
Commissione Bilancio
Sui punti sollevati i consiglieri presenti hanno osservato: che va distinta la vicenda politica da quella dei bilanci. La mancata riapertura del mercato ittico di Piazza Duca degli Abruzzi è ormai un dato certo, nonostante la linea ben chiara dell’Amministrazione fosse quella di un ritorno degli operatori nella loro storica sede, oggi chiusa e abbandonata al degrado. Successivamente è subentrata la richiesta di concordato preventivo, senza che mai alla commissione competente fossero stati rappresentati, come avvenuto per altre partecipate, problemi o particolari situazioni di esposizione coi creditori. Va rilevato che esiste un indirizzo politico non rispettato e che ci si sta assumendo la responsabilità di aver fatto fallire realtà produttive con una lunga storia alle spalle (Lebro, La Città); i dati del bilancio 2014 segnalavano una realtà debitoria diversa, che oggi appare più drammatica, anche se riguarda quasi del tutto rapporti con le banche. Non sono mai state riscosse le somme di 4 milioni e mezzo di euro dovute dal Ministero per la costruzione del Centro, un dato che pesa sul piano economico di estinzione del debito. Vi è preoccupazione rispetto al controllo analogo che spetta al Comune, alle risposte del management della partecipata rispetto alla situazione economica e al mancato trasferimento del mercato ittico a Duca degli Abruzzi deciso dall’Amministrazione (Brambilla, Movimento 5 Stelle); la situazione del Caan è analoga a quella di altri centri agroalimentari italiani, mentre la situazione debitoria è largamente condizionata dai rapporti col Ministero e con la società Pizzarotti, anche se i creditori presumibilmente accetteranno il piano non avendo interesse al fallimento. Il Comune, però, deve valutare la dismissione delle quote, viste la difficile posizione attuale che non permette alcuna libertà operativa (Buono, Verdi-Sfasteriati); la storia del Caan è stata caratterizzata dallo spostamento forzato dei mercati cittadini e dall’impossibilità per gli operatori privati che lo volevano di avere una presenza maggiore. La richiesta di concordato imporrebbe una visione più chiara della situazione economica e del piano industriale della società, mentre vi sono responsabilità evidenti dell’Amministrazione sia per il mancato controllo sia per non aver fatto rispettare la decisione di ricollocare il mercato ittico nella sua sede storica (Moretto, Prima Napoli); vi è grande preoccupazione per i bilanci non approvati e per l’indirizzo non rispettato sul mercato ittico. Si tratta di un mercato molto importante, con migliaia di lavoratori e una situazione debitoria crescente che un’Amministrazione comunale in difficoltà non può gestire (Andreozzi, Dema).