Lavoro

Cgil, turni programmati nella Polizia Locale

NAPOLI. “La storia raccontata e pubblicata dagli organi di stampa della dipendente Paola Carotenuto, agente della Polizia Locale di Napoli, costretta a dimettersi dal lavoro per l’impossibilità di conciliare il ruolo di mamma con il lavoro svolto nelle condizioni in cui è consentito svolgerlo nella Polizia Locale di Napoli, dove non esiste un turno programmato del lavoro, pone in maniera drammatica un problema che questa organizzazione sindacale ha posto da mesi e per il quale per assenza di risposte dall’Amministrazione e dalla dirigenza, ha proposto a tutti i lavoratori della Polizia Locale di intraprendere una vertenza legale mettendo a disposizione degli stessi il proprio ufficio legale”. È quanto scrivono, in una nota, il segretario generale della Funzione Pubblica Cgil di Napoli e Campania, Alfredo Garzi ed il responsabile delle autonomie locali, Salvatore Tinto.

 

“La mancanza di un turno programmato plurisettimanale per la Polizia Locale – secondo Garzi e Tinto – oltre ad essere una questione di diritto per gli operatori della Polizia Locale del Comune di Napoli, è una questione di buon senso e di civiltà. I lavoratori della Polizia Locale non possono essere trattati come oggetti e veder subordinare la propria vita privata al rapporto di lavoro di cui sono titolari, è mortificante e inconcepibile subire l’inibizione di non poter programmare nulla della propria vita privata, perché non si conosce il proprio turno di lavoro fino al pomeriggio del giorno prima. Il lavoro di poliziotto locale è un lavoro, per il disagio sociale e le criticità esistenti nella realtà napoletana, complicato e snervante, proprio perciò risulta ancor più paradossale rendere l’attività espletata ancor più tormentata e stressante, condizionando e comprimendo con turni sregolati e selvaggi anche la sfera privata soggettiva. Come è possibile che in un Corpo di Polizia istituzionalmente dedito a far rispettare leggi e regolamenti per salvaguardare e migliorare la civile convivenza ci sia tanta sregolatezza e approssimazione”.

 

“La FP-CGIL – precisano Garzi e Tinto – ha diffidato, previo il proprio ufficio legale in data 4 aprile c.a. la dirigenza della Polizia Locale e l’amministrazione comunale ad aprire un confronto su questo tema, ma senza ricevere mai risposte convincenti, né tantomeno è stato mai attivato un confronto con la FP-CGIL sebbene richiesto e sollecitato più volte. È stato in via sperimentale riattivato in alcune sezioni del Corpo della P.L. qualche mese fa una sorta di turno programmato ma organizzato in modo da renderlo impraticabile, difatti inspiegabilmente con il software si introduce una rigidità assurda per cui viene inibita ogni possibilità di fare cambi di turno tra colleghi o qualsivoglia modifica, addebitando la colpa al programma che non lo consente, come se il programma non fosse stato creato da menti umane bensì da extraterrestri. La stessa sorte fece alcuni anni fa un software acquistato sulla scorta dell’esperienza di altre metropoli italiane, dove peraltro da decenni vige e funziona una gestione informatica automatizzata dei turni programmati. Evidentemente la ragione per cui non si vuole attivare una regolamentazione programmata dei turni, dei riposi, dei posti di servizio, è ben altra. Si ha l’impressione che si preferisce una gestione sregolata e approssimativa dei turni e dell’impiego del personale per favorire sacche di potere interno e costringendo i poliziotti di Napoli per ogni problema a chiedere il “piacere” ai piani superiori, mortificando la dignità personale e professionale degli stessi”.

 

“A chi giova – concludono Garzi e Tinto – questo sistema squallido e balordo di chi vuole sregolatezza e libero arbitrio per tenere sotto ricatto i lavoratori della polizia locale di Napoli? Di certo non alle vittime di questo sistema che sono i lavoratori, come tristemente conferma la storia della collega che nella scelta irretrattabile di dimettersi, ha deciso di pubblicare una lettera aperta al Sindaco De Magistris, sperando che altri colleghi possano veder migliorare siffatta incivile condizione lavorativa. Probabilmente a giovarsene saranno i vertici del comando e chi anche sindacalmente ha creato con questo sistema una ragnatela di interessi, mediazioni e clientele per creare una condizione di potere all’interno della Polizia Locale. Di certo non è possibile continuare a far finta di niente e a nicchiare su un problema di una serietà assoluta che si riversa in modo diretto e invasivo sulla qualità della vita dei lavoratori peggiorandola sensibilmente. Per questo chiediamo, ancora una volta, la massima sensibilizzazione e determinazione nell’affrontare questo tema per risolverlo e non per conservare lo “status quo”. La FP-CGIL anche per vie legali condurrà questa battagli di civiltà fino in fondo per difendere diritti, dignità e qualità della vita dei Poliziotti Locali del Comune, consapevole che in tutti i Corpi di Polizia Locale e a maggior ragione in quello della terza città d’Italia, devono primeggiare le regole democratiche e la dignità delle persone e dei lavoratori, per la difesa di questi valori a nessuno è consentito fare calcoli di bottega!!!”.

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