Cronaca

Chiuse sale al Museo archeologico dei Campi Flegrei: la protesta

BACOLI. Cinque associazioni scrivono una lettera al ministro Franceschini per la riapertura di due sale nel museo archeologico dei Campi Flegrei, che da tempo attendono lavori di riqualificazione. A riportare la notizia è Il Mattino.

La lettera

«È un annoso problema più volte segnalato e mai risolto riguardante la chiusura, ormai da anni, di due sale definite il “fiore all’occhiello” del museo archeologico dei Campi Flegrei. Nella prima, Sacello degli Augustali di Miseno, è stata ricostruita la facciata del Sacello di Misenum – viene scritto nella lettera – due delle originarie quattro colonne in marmo cipollino sorreggono l’epistilio in marmo, recante l’iscrizione dedicatoria dei coniugi Cassia Vittoria e L. Lecanio Primitivo, augustali, finanziatori del restauro del Sacello. Dietro il pronao si intravedono le statue di Vespasiano e di Tito, originariamente collocate all’interno della cella del tempietto, in due nicchie absidate – proseguono – Accanto alla ricostruzione, vi è la statua equestre in bronzo denominata di Domiziano-Nerva. L’opera fu rinvenuta in un ambiente ad ovest del sacello flavio, schiacciata dal crollo di un costone roccioso».

La seconda sala

«Nella seconda sala del Ninfeo Imperiale di Punta Epitaffio, l’allestimento riproduce l’unicità paesaggistica e artistica del ninfeo triclinio voluto dall’imperatore Claudio (41-54 d.C.) alle pendici di Punta Epitaffio – proseguono – Attualmente, per effetto del bradisismo, si trova ad una profondità di circa 7 metri sotto il livello del mare e, pertanto, non è agevolmente visitabile. Il ninfeo doveva avere una pianta rettangolare, coronata sul fondo da una abisde, in cui doveva essere “ambientata” una vicenda odissiaca molto nota: l’inebriamento di Polifemo ad opera di Ulisse e di un suo compagno, recante un otre colmo di vino». «Sui lati lunghi del complesso dovevano trovarsi rispettivamente quattro nicchie, ciascuna delle quali ospitante una statua – aggiungono i firmatari della lettera – Sono state reperite soltanto tre sculture della parete orientale (una figlia di Claudio morta precocemente, Dioniso giovinetto con pantera e Dioniso giovinetto coronato d’edera) ed una di quella occidentale (Antonia Minore, madre dell’imperatore). Le statue, di pregevolissima fattura, sono verosimilmente opera della medesima bottega che ha realizzato i gruppi scultorei di Sperlonga, ispirandosi a prototipi ellenistici della prima metà del II secolo a.C.». Le priorità dell’associazione sono «la tutela e la conservazione del nostro patrimonio culturale, così come è importante ogni attività di valorizzazione, diretta a migliorare le condizioni di conoscenza del patrimonio culturale e ad incrementarne la fruizione pubblica in modo da trasmettere i valori di cui tale patrimonio è portatore». Viene pertato auspicata «una soluzione in modo da garantire la riapertura delle sale».

I firmatari dell’epistola

Su iniziativa dell’associazione culturale Michele Sovente, presieduta da Nestore Antonio Sabatano, la lettera è stata firmata anche da Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani di Pozzuoli (responsabile Giuseppe Peluso); Lux in Fabula di Pozzuoli (responsabile Claudio Correale); Gruppo Archeo Flegrei – Pozzuoli (responsabili Cristian Fiorentino e Gennaro Lubrano); Rinascita dei Campi Flegrei – Pianura (responsabile Vincenzo Russo). Al riguardo, spiega Pierfrancesco Talamo, il direttore del museo archeologico dei Campi Flegrei: «Siamo in una fase di riorganizzazione. Con il nuovo direttore del parco archeologico dei Campi Flegrei, Paolo Giulierini, solleciterò l’avvio dell’iter propedeutico all’inizio dei lavori e alla riapertura delle due sale, chiuse da almeno cinque anni. Si tratta di opere di adeguamento degli impianti e di interventi strutturali».

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