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Chiusura deposito Garittone, la discussione in commissione

NAPOLI. Nella riunione presieduta da Nino Simeone è continuata la discussione sulla chiusura del deposito Anm del Garittone. Sono intervenuti l’assessore ai Trasporti Mario Calabrese, l’amministratore unico di Anm Nicola Pascale, il responsabile del servizio gomma di Anm Aldo Paribelli e numerosi rappresentanti sindacali.

Chiusura Garittone, la discussione in commissione

Chiuderà il prossimo 1 luglio il deposito del Garittone dell’Anm e i 104 lavoratori saranno destinati ai depositi di Carlo III, per il 60 per cento, e a quello di Cavalleggeri per la restante parte. La decisione definitiva dell’azienda è stata comunicata oggi in commissione dall’amministratore unico Pascale, che ha ribadito quanto già comunicato negli altri incontri dedicati all’argomento, ossia l’assenza di ricadute negative sul personale e sulla quantità dei servizi finora assicurati dalle vetture in partenza dal deposito di Miano.

La scelta, secondo Pascale, è stata necessaria per asicurare il taglio dei costi richiesti dal piano di concordato che sarà presentato il prossimo 3 luglio al Tribunale fallimentare, un piano che prevede, oltre alla riorganizzazioone della logistica, anche altre azioni di risanamento e di contrasto agli sprechi necessarie per il salvataggio dell’azienda. La chiusura, inizialmente fissata al 30 maggio e motivata esclusivamente dalla necesità di tagliare i costi di gestione, era poi slittata su richiesta dei sindacati, ma non può essere ulteriormente rinviata, come sollecitato anche oggi da una parte dei consiglieri, perché contenuta nel piano di risanamento. Per venire incontro alle esigenze di spostamento dei lavoratori, inoltre, l’azienda, su richiesta dell’Amministrazione, ha previsto dei servizi di accompagnamento per quanti provengono dalla zona nord della città, mentre nessuna riduzione dei servizi alla cittadinanza deriverà, ha spiegato il dirigente Paribelli, dalla distanza tra la zona servita e il deposito di origine. Le economie di scala e l’efficientamento dei servizi, infatti, consentiranno di aumentare il numero delle vetture a servizio dell’area nord e dell’area orientale già a partire da luglio, e modifiche di percorso e raddoppi di corse su linee già esistenti, mentre un presidio manutentivo dedicato ad interventi di prima riparazione sarà attivato, sempre dal 1 luglio, nell’area del Cardarelli.

Il dato da cui occorre partire per inquadrare la scelta, ha osservato l’assesore Calabrese, è il piano concordatario che sarà consegnato il 3 luglio al Tribunale, che dovrà poi essere attestato e valutato nel merito della sua fattibilità. In questo quadro di particolare difficoltà, la chiusura del Garittone rappresenta un elemento infinitesimale, in quanto fa riferimento ad un sito considerato non strategico dal punto di vista della razionalizzazione del servizio e senza ricadute in termini di personale e di servizi resi ai cittadini. L’attenzione, piuttosto, va spostata verso le decisioni della Regione e del Governo centrale in materia di distribuzione dei fondi per il trasporto pubblico locale che penalizzano pesantemente la città di Napoli.

Gli interventi dei consiglieri comunali

I consiglieri intervenuti hanno osservato: l’inammissibilità dell’atteggiamento di chiusura dell’Amministrazione nei confronti dei sindacati, che non vengono ricevuti, come accaduto venerdì in occasione dello sciopero, e non vengono informati delle decisioni sul futuro del Garittone, la cui chiusura penalizza pesantemente il trasporto pubblico nell’area nord (Guangi, Forza Italia); che la chiusura poteva essere condivisa solo se accompagnata da un piano credibile di recupero degli sprechi, che invece continuano, come le spese per la gestione della linea 6 ancora non attiva, il mancato taglio dei superminimi e, a scapito dei lavoratori, il mancato pagamento dei premi di fine esercizio benché concordati (Esposito, Partito Democratico); le scelte adottate da questa Aministrazione, a partire dal piano di salvataggio dell’azienda votato un anno fa, vanno nella direzione contraria alla tutela del servizio pubblico, in assenza di un vero piano industriale di investimento e di rilancio del servizio su gomma, che viene sacrificato dalle scelte tutte a vantaggio dei collegamenti su ferro (Brambilla, Movimento 5 Stelle); quello che conta è la salvaguardia dei posti di lavoro e dei servizi offerti, definendo una volta per tutte le scelte sulla destinazione successiva, per la quale è stato proposto il parcheggio dei bus turistici (Langella, Agorà); la chiusura può essere condivisa solo se l’azienda chiarisce la sua necessità per il salvataggio dal fallimento e l’assenza certa di ricadute negative su lavoratori e cittadini (Coppeto, Napoli in Comune a Sinistra); nella consapevolezza della necessità di una riorganizzazione aziendale e di un’azione forte dell’Amministrazione tesa a garantire la liquidità all’azienda, vanno messe da parte decisioni spot come questa e provvedimenti punitivi verso i lavoratori in un periodo di grave tensione come quello attuale (Santoro, Misto – Fratelli d’Italia); i cittadini vanno informati adeguatamente sulla mancanza di effetti negativi derivanti dalla chiusura del Garittone e sul futuro del sito (Frezza, Riformisti democratici con de Magistris); l’Amministrazione deve chiarire quali saranno le altre attività che affiancheranno la chiusura del Garittone per garantire il risanamento dell’azienda (Caniglia, Ce simme sfasteriati).

I sindacati

Al termine della riunione sono intervenuti rappresentanti sindacali di diverse sigle (Cisal, UGL, Orsa, Usb , Confai,) per esprimersi contro la decisione di chiusura del Garittone, che rappresenta una decisione non condivisa, non chiara nelle sue motivazioni e non decisiva per il risanamento di un’azienda che dopo anni di scelte sbagliate produce azioni forti con ricadute negative su lavoratori ed utenti. Per questo è stata sollecitata la ripresa del dialogo con l’Amministrazione e annunciate nuove giornate di sciopero, a partire dal 13 luglio, in segno di protesta per la mancanza di confronto con i lavoratori.

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