Cronaca

Poggiomarino, sgominato il clan del nuovo boss Rosario Giugliano | 26 arresti, i nomi

Camorra, 26 arresti nel Napoletano: in manette affiliati al clan di Giugliano e ad un'altra organizzazione criminale

È stato sgominato il clan legato a Rosario Giugliano, noto come ‘O Minorenne, con 26 arresti. Nella giornata di oggi, lunedì 19 aprile, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere emessa dall’ufficio G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia- nei confronti di 26 soggetti, gravemente indiziati, a vario titolo, di aver fatto parte di due distinte organizzazioni criminali.

Clan di Rosario Giugliano, 26 arresti nel Napoletano: i nomi

Chi è Rosario Giugliano, detto ‘o Minorenne

Storico sicario del clan Galasso, Rosario Giugliano è tornato a Poggiomarino a partire dal 2016 fruendo dapprima di alcuni permessi premio e poi ottenendo la liberazione al termine di una lunga pena detentiva.
L’obiettivo di Rosario Giugliano era di ricercare occasioni e spazi criminali per affermare l’autonomia di un clan autoctono, proprio nella consapevolezza che il clan dominante su Poggiomarino era capeggiato da Antonio Giugliano proveniente da Palma Campania ed imposto sul territorio dal ras Mario Fabbrocino.

Desideroso di appoggi criminali, Rosario Giugliano ha stretto alleanze con i Batti di San Giuseppe Vesuviano e con gruppi criminali dell’agro nocerino sarnese, in particolare con i Ferraiuolo di Pagani mentre, in virtù dell’ascendenza con il potente clan Moccia di Afragola, ha rivendicato maggiori spazi operativi arrivando più volte allo scontro con il clan di Antonio Giugliano , retto dal figlio Giuseppe Giuliano Giugliano.

È emblematico di tale situazione di fluidità criminale l’agguato organizzato da sodali del clan di Rosario Giugliano in danno della Caffetteria Giugliano, l’11 marzo del 2017, in pieno centro a Poggiomarino, mediante spari esplosi ad altezza d’uomo. Il commando ha agito nella convinzione che il predetto Giuseppe Giuliano Giugliano fosse all’interno del bar ed allo scopo di ridimensionare la sua figura criminale.

I legami con i clan dell’Agro nocerino-sarnese

Il clan costituito da Rosario Giugliano, che per lungo tempo ne ha coordinato le attività dal carcere attraverso la compagna Teresa Caputo, portaordini del ras verso i promotori liberi, era composto dallo stesso Rosario Giugliano, nel ruolo di vertice e promotore, unitamente ai suoi più diretti fiduciari Alfonso Manzella, Cristian Sorrentino, promotori ed organizzatori dell’associazione, e sovrintendenti alle attività illecite nel campo delle estorsioni e del commercio di stupefacente. In posizione subalterna, Antonio Iervolino e Salvatore Iervolino, curavano il raccordo tra i vertici del gruppo e le altre componenti del clan dedite al controllo del territorio ed al commercio dello stupefacente, tra cui è opportuno menzionare Giovanni Orefice, Giuseppe Nappo e Domenico Gianluca Marano, costituenti, tra l’altro, il braccio armato del clan, deputato a commettere azioni di fuoco ed atti intimidatori.

Il rapporto con il clan Formicola

Con particolare riferimento all’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, promanazione dello stesso clan capeggiato da Rosario Giugliano ed a cui è stata attribuita l’aggravante dell’agevolazione mafiosa, è emersa una fitta rete di spaccio di cocaina e marijuana, approvvigionata rispettivamente da esponenti del clan Formicola di San Giovanni a Teduccio (Giovanni Urio e suo figlio Pasquale) e dalla famiglia Batti.

Le cessioni di narcotico avvenivano mediante una fitta rete di pusher anche nella Piana del Sele e nel Cilento ed attraverso persone insospettabili (Giuseppe Mingo guardia giurata, Giuseppe Del Regno titolare di pizzeria, Antonietta Cioffoletti, addetta presso un’impresa di pulizie.


 

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