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Come sta andando il G7 in Canada?

Occhi puntati su Giuseppe Conte. Il nuovo presidente del Consiglio italiano, dopo aver ottenuto la fiducia alle Camere, è stato subito impegnato in uno degli appuntamenti più importanti che coinvolgono i leader di Stato di alcuni paesi europei e mondiali.

Il G7, in corso da venerdì 8 giugno a Charlevoix, in Canada, rappresenta un banco di prova importante per il primo ministro italiano che, per la prima volta, ha incontrato i leader di alcuni paesi alleati e amici dell’Italia.

Chi partecipa al G7

Innanzitutto, chi partecipa al G7? Oltre all’Italia, rappresentata quest’anno dal premier Conte, ci sono altri tre paesi europei, due nordamericani e uno asiatico. Ecco i paesi che partecipano al G7 e i loro rispettivi primi ministri o presidenti:

  • Canada: Justin Trudeau
  • Stati Uniti d’America: Donald Trump
  • Germania: Angela Merkel
  • Francia: Emmanuel Macron
  • Gran Bretagna: Theresa May
  • Italia: Giuseppe Conte
  • Giappone: Shinzo Abe

Le difficoltà del G7 in Canada

Perché il G7 in corso in Canada è particolarmente complicato? A prescindere dalle tensioni che avvengono nei pressi del luogo in cui si ritrovano i capi di Stato, che sono ormai la norma in qualsiasi edizione del summit, il G7 canadese presenta diversi motivi di tensione, soprattutto tra gli stati europei e Donald Trump.

Innanzitutto, la questione russa. Il presidente degli Stati Uniti d’America, notoriamente “legato” a Vladimir Putin, ancor prima di raggiungere il Canada, aveva chiesto che la Russia fosse riammessa al G8. I russi, infatti, non partecipano al summit dal 2014, quando furono estromessi a causa della guerra in Ucraina.

Anche Conte, nella giornata di ieri, aveva espresso il suo punto di vista sulla questione dicendosi “d’accordo con Trump” e creando così un primo momento di difficoltà tra Italia e gli altri stati europei che partecipano al G7.

La questione, comunque, è rientrata perché anche Conte ha firmato una posizione comune stabilita al termine di un colloquio con gli altri leader europei. L’accordo sancisce, tra le altre cose, che la Russia potrà rientrare a far parte del G8 nel momento in cui rispetterà gli accordi di Minsk, che risalgono al 2014, e metterà quindi fine alla guerra in Ucraina. Nel documento firmato ieri dai leader europei, inoltre, si ribadiscono anche le sanzioni al Paese guidato da Putin. Sanzioni sulle quali Giuseppe Conte si era espresso anche in occasione del suo discorso al Senato.

I dazi di Trump

Ancor più delicata, se possibile, la questione dei dazi commerciali imposti da Trump. I dazi riguardano l’importazione di alluminio e acciaio e sono stati applicati dagli Stati Uniti ai paesi europei a fine maggio.

Gli Stati Uniti, riferisce Reuters, avrebbero accettato di avviare trattative formali sui dazi entro le prossime due settimane. Tuttavia, è probabile che questo G7 non terminerà con un comunicato congiunto finale firmato da tutti i leader, come accade per consuetudine, proprio a causa di queste divergenze.

La stessa Angela Merkel, prima dell’inizio del G7 in Canada, aveva avvertito i paesi europei, raccomandando loro di non uscire dal summit con un comunicato congiunto, per così dire, “annacquato”.

Ma ci sono anche altre questioni che dividono Trump e i paesi europei. Rispetto all’amministrazione Obama, infatti, l’attuale numero uno della Casa Bianca ha rivoluzionato alcuni accordi internazionali che il suo predecessore aveva discusso proprio con i capi di Stato del vecchio continente. Tra questi, l’accordo sul nucleare iraniano, da cui gli Stati Uniti sono usciti, e gli ormai noti accordi di Parigi sul riscaldamento globale, firmati anche da Obama pochi giorni dopo gli attentati del 13 novembre 2015 nella capitale francese e dai quali Trump, da sempre, sostiene di volersi ritirare.

Foto: Getty Images

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