Politica

Copertina Rolling Stone, Terroni Uniti: “Dov’erano finora?”

NAPOLI. La copertina del nuovo numero della rivista Rolling Stone, in edicola dal 5 luglio, ha fatto molto discutere. “Noi non stiamo con Salvini”, è il titolo che campeggia su una bandiera arcobaleno, seguito da un laconico: “Da adesso chi tace è complice” (quest’ultima frase è diventata subito un hashtag sui social).

Nella giornata di ieri, ovvero quando la redazione ha reso nota la copertina, si sono susseguite diverse reazioni, tra chi accoglieva in maniera entusiasta l’iniziativa e chi la criticava aspramente. Tra gli altri, in quest’ultima schiera, risultano anche le interessanti critiche di Selvaggia Lucarelli e del direttore del TgLa7 Enrico Mentana, annoverato in un primo momento tra le persone che avevano aderito al manifesto anti-Salvini, ma che in realtà – come lui stesso ha spiegato su Facebook – aveva rifiutato la proposta gentilmente avanzatagli dal direttore di Rolling Stone.

La copertina di Rolling Stone e l’esperienza di Terroni Uniti

Al Sud, e in particolare a Napoli, quando si parla di Salvini e Lega – nonostante il proselitismo raggiunto negli ultimi anni da parte dell’attuale ministro dell’Interno, si tocca un nervo scoperto.

Va da sé che la netta e legittima presa di posizione da parte di alcuni grandi artisti italiani (tra cantanti, attori e anche giornalisti) che hanno firmato un vero e proprio manifesto politico non poteva passare inosservata.

A maggior ragione in seguito alla singolare ed eccezionale esperienza dello scorso anno che ha riunito moltissimi artisti napoletani nel progetto/gruppo musicale noto col nome Terroni Uniti. L’occasione, che aveva portato a diversi lavori (continuativi nel tempo) tra artisti come 99 Posse, Jovine, Tommaso Primo, Eugenio Bennato e tanti altri, era scaturita anche dalla decisione di Matteo Salvini di tenere un comizio a Napoli.

Da quel sodalizio allargato era nata una canzone che univa solidarietà verso i migranti e senso di rivalsa nei confronti di un partito che, fin dalla sua nascita, ha sempre puntato il dito contro i “terroni”, le persone del Sud, accusate di vivere sulle spalle dei settentrionali e di essere veri e propri parassiti che “succhiano” le risorse delle città e delle regioni industrializzate e operose del Nord Italia.

La risposta di Tommaso Primo alla copertina di Rolling Stone

Tra le varie reazioni interessanti che si sono susseguite nella giornata di ieri, c’è ne è una che – probabilmente – meglio rappresenta il pensiero di una parte del Mezzogiorno che non vede di buon occhio la svolta nazionale (e ipocrita?) della Lega (non più Nord) di Salvini e che da sempre si è opposta alle sue preannunciate politiche che coinvolgono gli ultimi, in particolar modo i migranti.

L’opinione, nella fattispecie, è stata espressa da Tommaso Primo, giovane artista napoletano che ha partecipato in maniera attiva all’esperienza dei Terroni Uniti.

Ecco il suo intervento in merito alla questione della copertina di Rolling Stone:

“Io non vorrei essere polemico ma quando noi, in virtù di Terroni Unitieravamo contro Matteo Salvini e le sue idee retrograde, già da qualche anno a questa parte, la solidarietà a livello nazionale e popolare non era così “calorosa”. Eppure eravamo in prima linea ad esporre il nostro pensiero, con la digos che minacciava manganellate in piazza, e non attraverso uffici stampa e carrozzoni in cui ci sono artisti che devono il loro successo ai network di Silvio Berlusconi. A pugno chiuso sempre contro tutte le destre e benvenuti ai neo arrivati della resistenza ! Se serve un tocco trendy per arginare il medioevo e far scendere in piazza la borghesia democristiana di questo Paese ben venga il sostegno di una rivista come Roling Stone. Io però, due parole ai 99 Posse le avrei fatte dire…”.

Il concetto, inoltre, è ribadito con forza dagli stessi Terroni Uniti sulla pagina Facebook ufficiale:

La canzone “Gente do Sud” dei Terroni Uniti

Ah, infine, per chi non l’avesse mai ascoltata e per chi desidera risentirla ancora una volta, il capolavoro dei Terroni Uniti, Gente do Sud, è disponibile qui.

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