Cronaca

Coronavirus: famiglia caprese bloccata in Kenya. “La nostra vacanza si è trasformata in un incubo”

Una vacanza da sogno all’insegna del relax e dell’avventura si è trasformata in un vero incubo. Una famiglia di Capri è rimasta bloccata in Kenya dal 29 febbraio, precisamente a Watamu, una piccola città costiera a nord di Mombasa. L’appello di Diana e Fabiano all’ambasciata italiana.

Coronavirus: bloccati in Kenya da più di un mese. L’odissea di una famiglia caprese

Fabiano, commerciante, e sua moglie Diana sono bloccati insieme ai figli Gabriele, 5 anni, e Mattia, 19 mesi, erano partiti il 29 febbraio e dal 29 marzo – data prevista per il volo di ritorno, cancellato a causa dell’epidemia da Coronavirus – sono intrappolati in un villaggio fantasma, che il 19 marzo ha chiuso i battenti.

Insieme ad altre due persone italiane stanno vivendo li la “surreale attesa di notizie da parte dell’ambasciata, che non arrivano mai“. Di qui, dunque, un disperato videomessaggio che sta circolando molto sui social, in queste ore, soprattutto attraverso i gruppi Facebook di Capri.

Il videomessaggio di aiuto

Non siamo riusciti a imbarcarci sull’unico volo organizzato dall’ambasciata italiana per Malpensa: appena 170 posti disponibili, quando gli italiani bloccati in Kenya sono ancora 500 e molti di loro hanno persino il visto scaduto. – denuncia Diana Contavamo di essere inclusi tra i passeggeri di un volo di rientro per Francoforte il 3 aprile, ma è stata data la priorità ai passeggeri tedeschi e ci è stato detto che non c’era posto.

Così oggi siamo costretti a vivere senza tutele, e a nostre spese, nella dependance di un villaggio chiuso e abbandonato, senza personale, dove spesso mancano acqua e elettricità e al cui interno sono penetrati nei giorni scorsi anche dei ladri“.

Nel videomessaggio Diana e Fabiano chiede a gran voce risposte all’ambasciata italiana in Kenya: “I nostri figli ci chiedono ogni giorno quando potranno tornare a casa. Non sappiamo cosa rispondere. Non abbandonateci, vi prego


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