Cronaca

Mamma di bimbo trapiantato scrive a Mattarella: “Ci aiuti”

NAPOLI. Dafne Palmieri, uno dei genitori di un bambino trapianto al Monaldi, prosegue la sua lotta. Dopo un prolungato sciopero della fame, Dafne ha deciso di rivolgersi al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ecco la sua lettera.

Bimbi trapiantati, la lettera a Mattarella

“Gentile Presidente, sono Dafne Palmieri, portavoce del Comitato genitore bambini trapiantati di cuore”, esordisce Dafne Palmieri.

“Il Link che riporto in calce è di una petizione che, in questo momento, conta 53140 firme”. Il link in questione è il seguente: Chiediamo l’apertura del Centro Trapianti Pediatrici del Monaldi di Napoli.

“Le ho già scritto per chiedere il Suo intervento come garante delle istituzioni democratiche. Perchè è di questo che si tratta. Questa è la battaglia che ci troviamo a fare per salvare la vita dei nostri figli: la gestione della cosa pubblica demandata a querelle tra medici e assenza delle istituzioni. Giudichi Lei:
ATTIVITA’ DI TRAPIANTI PEDIATRICI SOSPESA PER:
“DATO ATTO CHE con il verbale prot 91/CNT/2017 del 13 gennaio 2017 dell’audit Centro trapianti cuore
effettuato il 16/12/2016 , ha riportato tra le conclusioni:
“che a causa della conflittualità tra i due responsabili del centro trapianti e il Cardiochirurgo
pediatrico , si rende necessario sospendere l’attività di trapianto pediatrico del Centro per il periodo di
1 anno, in attesa di un’adeguata riorganizzazione del programma …”
ASSISTENZA AI BAMBINI TRAPIANTATI: con delibera 56/2018 si stabilisce che venga fornita fuori dalla cardiochirurgia pediatrica, in luoghi narrati che saranno disponibili….e soprattutto con un responsabile del processo senza presidi, team dedicato, personale infermieristico, protocolli di cura……CON LA SOLA COLPA DI ESSERE STATI TRAPIANTATI PRIMA DEL NUOVO ASSETTO dis-ORGANIZZATIVO.
TRAPIANTATI DA UN DIO MINORE. Versiamo in uno stato di terrore.

Ho fatto 9 giorni di sciopero della fame, fino al 17 marzo giorno in cui è stata pubblicata ultima delibera. Giorno in cui ho stupidamente CREDUTO che forse le istituzioni avessero fatto il proprio dovere.
Era l’ennesima beffa. Non avrei dovuto interrompere. Dovrei riprenderlo.
La verità è che ho paura, sono stata male ed ancora risento di alcune conseguenze. Non mi vergogno a dirlo: HO PAURA DI RICOMINCIARE LO SCIOPERO DELLA FAME. Ma, purtroppo, non ci sono altre possibilità. CI AIUTI PRESIDENTE”, conclude la Dafne Palmieri nella lettera.

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