Cronaca

Detenuto napoletano aggredisce un poliziotto penitenziario

NAPOLI. Sangue e violenza, questa mattina, nel carcere di Aversa per la folle intemperanza di un detenuto napoletano, che  ha pure ferito un Agente di Polizia Penitenziaria di servizio. A dare la notizia è Donato Capece, Segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE:“È successo che il detenuto napoletano, con fine pena 2024, ha dato improvvisamente e senza alcuna ragione in escandescenza, ferendo un poliziotto di servizio. Ormai è un bollettino di guerra e le vittime sono sempre le stesse: le donne ed uomini in divisa della Polizia Penitenziaria. Occorrono interventi immediati e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto, del quale beneficiava il detenuto che ha aggredito il nostro collega. Ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre”, aggiunge “Altro che carcere umano e più sicuro, come prometteva il Ministro della Giustizia Orlando: le carceri sono un colabrodo per le precise responsabilità di ha creduto che allargare a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna ed in danno delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria”.

Violenze in carcere, la denuncia del SAPPE

Capece esprime solidarietà ed ha parole di apprezzamento per il poliziotto penitenziario contuso e ferito ad Aversa e aggiunge: “Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato. Sono oggettivi i numeri riferiti alle colluttazioni ed ai ferimenti nelle carceri italiane, riferiti all’anno 2017: le colluttazioni sono state 7.446 ed i ferimenti 1.175. Ossia, statisticamente 20 colluttazioni e 3 ferimenti al giorno! Non fanno statistica ma sono reali le aggressioni verbali di quei detenuti che inveiscono, offendono e poi scagliano contro i poliziotti penitenziari le proprie feci, l’urina o la candeggina… E allora è mai possibile che nessuno, al Ministero della Giustizia e al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, abbia pensato di introdurre anche per la Polizia Penitenziaria ed i suoi appartenenti, per fronteggiare ed impedire aggressioni fisiche e selvagge, strumenti come quelli in uso a Polizia di Stato e Carabinieri, ossia pistola “taser” e spray al peperoncino? Evidentemente le priorità erano e sono altre: come, ad esempio, consentire l’uso della sigaretta elettronica nelle celle o prevedere le “doccette” nei cortili passeggi per dare refrigerio ai detenuti durante i mesi estivi (dimenticandosi per altro, sistematicamente, l’adozione concreta di provvedimenti per il benessere del Personale di Polizia Penitenziaria, specie di quello che vive nelle Caserme…)”. 

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