Cronaca

Spaccio di droga nel carcere di Secondigliano, denunciate cinque donne col reddito di cittadinanza

Droga in carcere a Secondigliano: le donne col reddito di cittadinanza. Una di loro, ad esempio, è imparentata con Eugenio D’Atri

Emergono anche cinque donne col reddito di cittadinanza nell’operazione che a Secondigliano ha portato allo smantellamento di una piazza di spaccio in carcere. Una maxi-operazione, che ha visto coinvolti anche alcuni agenti della Polizia Penitenziaria.

Droga in carcere a Secondigliano: le donne col reddito di cittadinanza

Come riportato da Il Mattino, cinque donne sono state denunciate a piede libero per aver indebitamente percepito il reddito di cittadinanza. È questo il bilancio dei controlli eseguiti dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli a margine dell’operazione che, nella giornata di ieri, ha portato all’esecuzione di oltre venti misure cautelari nell’ambito del blitz che ha disarticolato un’organizzazione criminale che gestiva lo spaccio di droga all’interno del carcere di Secondigliano.

In particolar modo, i militari hanno messo nel mirino i nuclei familiari degli indagati, alcuni dei quali, si sospetta potrebbero avere avuto un ruolo di rilievo nell’introdurre la sostanza stupefacente all’interno del penitenziario.

I nomi

Una di loro, ad esempio, è imparentata con Eugenio D’Atri, considerato esponente di spicco della criminalità vesuviana e uno dei principali trafficanti di droga dell’intero hinterland partenopeo. Un’altra donna, invece, sarebbe parente di Raffaele Valda, ras di Barra e protagonista di una sanguinosa scissione del clan Cuccaro-Aprea. Altre due indagate, invece, sono legate a Salvatore Basile e Raffaele Riccio

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