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Il fondo per i rom che divide la maggioranza al Comune

NAPOLI. La questione delle famiglie rom a Scampia divide la maggioranza comunale. «L’Amministrazione sta mettendo in campo soluzioni alternative per sostenere i nuclei familiari dei rom ospitati presso l’auditorium di Scampia, per accompagnarli verso l’autonomia e la fuoriuscita dallo stato di emergenza con soluzioni che rispondano ai bisogni delle singole persone», ha dichiarato Roberta Gaeta, assessore al Welfare del Comune di Napoli, che ha incontrato i rom e le associazioni di Cupa Perillo.

Il fondo per le famiglie rom

La proposta, come riportato da Il Mattino, potrebbe riguardare un finanziamento di 50.000 euro da distribuire tra i nove nuclei familiari ancora ospitati nell’Auditorium secondo requisiti prestabiliti come l’essere in regola con la frequenza scolastica dei bambini.

Così il consigliere Laura Bismuto: «Io vorrei capire che senso ha tenere un tavolo permanente interassessorile con i comitati e le comunità rom, se poi le misure si continuano a scegliere autonomamente nelle segrete stanze? – dice – È certamente un dato positivo che siano stati individuati i fondi, ma sul come, dove, quando e perchè resta tutto poco chiaro, molto farraginoso e per niente condiviso. Lo stesso gruppo Dema è stato convocato in assessorato solo stamattina a delibera già approvata, dunque inemendabile. Un’informativa».

«E su come saranno gestiti questi 50.000€ resta tutto da capire – prosegue Bismuto – Un contributo di circa 5.000€ a nucleo familiare. Vincolato all’affitto? No. E quando ho chiesto una copia della delibera, o anche solo della bozza, mi è stato detto che non potevo averla. Una cosa gravissima! C’è poco da fare. Chi nasce tondo non muore quadro. Inutile sperare. Chi non è abituato a confrontarsi, probabilmente non lo farà mai e mai capirà perché lo si contesta. Ma del resto che importa? Il 1 gennaio si festeggia all’auditorium di Scampia».

«Questo sostegno può essere una possibilità per i rom – afferma Barbara Pierro dell’associazione Chi rom e…chi no – ma le modalità fanno la differenza per il raggiungimento reale dell’integrazione e di una risoluzione concreta di questa emergenza. Senza aver letto la delibera e senza conoscere precisamente le modalità di controllo e chi sarà l’agenzia di intermediazione tra pubblico e privato che si farà carico di questo lavoro oneroso e continuativo nel tempo è difficile dire quanto si tratti di una soluzione concreta».

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