Inchiesta

Furti e rapine, aziende napoletane le più colpite

NAPOLI. Ogni anno le aziende italiane nel settore commercio perdono circa 2,3 miliardi di euro a causa di furti e rapine. Una cifra che rappresenta in media l’1,1% del fatturato del settore, e che sale complessivamente a 3,4 miliardi di euro – quasi 60 euro ad abitante – se si conta anche la spesa in sistemi di sicurezza. A dirlo è il nuovo studio realizzato da Crime&tech, spin-off company del centro Transcrime di Università Cattolica del Sacro Cuore, in collaborazione con il Laboratorio per la Sicurezza e il supporto di Checkpoint Systems.

Lo studio

Secondo lo studio, condotto su oltre 8mila punti vendita in tutta Italia, il settore dove si registrano le maggiori perdite è quello dell’abbigliamento, mentre le regioni più colpite sono Campania, Puglia ed Emilia Romagna. Ma esistono alcune concentrazioni territoriali a maggior rischio come le province di Bari e Brindisi o l’area compresa tra Napoli e Cosenza. In media, le perdite sono più alte nei negozi nei centri commerciali che in città.

Prevalgono taccheggi e rapine ad opera di soggetti esterni, seguiti da furti interni ad opera di dipendenti infedeli e da quelli nella catena logistica. Sono in aumento i furti organizzati sia a opera di micro-bande di 2-3 persone che quelli compiuti da gruppi criminali. Le fasce d’età più ricorrenti dei “ladri di negozi” sono 18-25 e 26-40 tra gli uomini, tra 26 e 40 anni per le donne.

In media, nel 2016, per ogni punto vendita del retail sono stati sventati 83 furti. Il numero è maggiore nel nord-ovest (Lombardia in testa) e nei grandi centri urbani, dove i retailer concentrano gli investimenti sulla sicurezza. La spesa sostenuta per le misure di sicurezza è in media dello 0,5% del fatturato.

 

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