Cronaca

Napoli: l’aerea protetta di Gaiola violata rifiuti e liquami in mare

È bastato un semplice acquazzone lo scorso giovedì per riempire i collettori fognari e far sversare tutti i liquami nelle acque di Posillipo

L’area marina protetta di Gaiola è stata di nuovo violata da rifiuti galleggianti. La causa sembra essere ricondotta agli scarichi fognari. I volontari e e i ricercatori dell’associazione del parco sommerso hanno raccolto ben 50 chili di plastica in mare solo nella giornata di venerdì. È bastato un semplice acquazzone lo scorso giovedì per riempire i collettori fognari e far sversare tutti i liquami nelle acque solitamente cristalline di Posillipo.

Napoli: l’area protetta di Gaiola invasa dai rifiuti, le cause

Come riporta Il Mattino, il meccanismo è lo stesso che costrinse a metà luglio – nel pieno di una torrida estate – l’amministrazione comunale a vietare la balneazione su quasi l’intera costa partenopea per circa due settimane. Allora l’Arpac effettuò le sue rilevazioni proprio a ridosso di un piccolo acquazzone e trovò in mare liquami e batteri di escherichia coli.

Il sistema

Il sistema è sempre lo stesso: piove, i collettori fognari si riempiono e in condizioni di emergenza è previsto che gli scarichi sversino acque bianche e acque nere in mare. Dovrebbero finirci solo i liquidi che poi andrebbero a disperdersi nel giro di pochi giorni, invece in acqua ci finiscono pure dei rifiuti solidi un pò perché le griglie evidentemente non riescono ad evitarlo, ma anche perché troppo poco si educa la cittadinanza di non gettare nel water cotton fioc, assorbenti o plastiche. È lo stesso che è avvenuto allo scarico situato a Cala Badessa, nei pressi di Nisida, che ha poi inquinato anche l’area protetta. Basta un po’ di pioggia e lo scarico diventa troppo pieno – come viene definito in gergo tecnico. Così per evitare che la portata eccessiva di acqua nelle tubature crei danno alle fogne, una parte dei liquami è deviata in mare.

Fonte: Il Mattino

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