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“Il postino di Neruda”, il libro che ispirò il film di Massimo Troisi

NAPOLI. Per Massimo Troisi, molto probabilmente, Il postino era il “suo” film per eccellenza. Certo, Ricomincio da tre, gli esordi con Lello Arena ed Enzo De Caro nel trio La Smorfia e gli altri capolavori cinematografici come Le vie del Signore sono finite (ma non solo), hanno rappresentato per lui importanti tappe propedeutiche e di crescita e, per tutto il cinema e il mondo dello spettacolo italiano, un patrimonio da valorizzare e tramandare di generazione in generazione.

Tuttavia, ne Il postino, l’ultimo film girato da Massimo Troisi prima di lasciarci prematuramente il 4 giugno del 1994 per quei maledetti problemi al cuore che si portava dietro da anni, c’è tanto dell’impegno e della passione che quest’artista originario di San Giorgio a Cremano metteva nel suo lavoro.

A partire dalla ricerca del regista, che alla fine fu Michael Radford, convinto dallo stesso Troisi ad abbracciare il progetto, fino all’individuazione del protagonista, quel Philippe Noiret che diventerà per sempre il volto cinematografico di Pablo Neruda.

Tuttavia, l’impegno per Il postino nasce ancor prima. Appena Massimo Troisi lesse Il postino di Neruda, romanzo di Antonio Skármeta pubblicato nel 1986.

Il postino di Neruda, il libro che ha ispirato Massimo Troisi

Per certi versi, Il postino di Neruda sembra un libro scritto su misura per l’interpretazione di Massimo Troisi. L’ironia e la profondità d’animo, le espressioni uniche del suo volto, il carattere generoso e al limite dell’indescrivibile. Un po’ pigro e un po’ timido. In Mario Jiménez, quello che diventerà il postino del poeta sudamericano più famoso di sempre, c’è tanto Massimo Troisi e, soprattutto ci sarà tanto Mario Ruoppolo, il protagonista dell’ultima pellicola interpretata dal genio napoletano.

Il racconto di Skármeta si svolge nel giugno del 1969 ed è ambientato nel piccolo villaggio di pescatore a Isla Negra, vicino alle coste del Cile.

Il protagonista, Mario Jimenéz appunto, è figlio di un pescatore che non vuole per niente intraprendere la stessa (faticosa) professione del padre. Il suo unico possedimento è una bicicletta ma, a differenza di tutti gli altri isolani, sa anche leggere.

Questi due elementi gli permettono quindi di trovare lavoro come postino. L’unico cliente, in un villaggio di analfabeti, è il poeta Pablo Neruda, con il quale Mario inizierà a stringere quel meraviglioso rapporto di stima e amicizia che Troisi e Noiret tradurranno magnificamente in linguaggio cinematografico.

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