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Impianti di compostaggio, il documento Anci: “Ok, ma senza imposizioni dall’alto”

Si è svolto nella sede dell’Anci Campania a Napoli un importante incontro tra il presidente Domenico Tuccillo e i sindaci di dieci Comuni ospitanti i siti di compostaggio nella regione. I temi posti al centro della discussione hanno riguardato:

  1. Non c’è alcuna ostilità preconcetta dei sindaci al piano di compostaggio;
  2. Il piano della Regione deve tener conto degli impianti già esistenti;
  3. Nessun commissariamento dei Comuni o decisioni calate dall’alto;
  4. Flessibilità sulla tipologia degli impianti;
  5. Misure compensative per i Comuni ospitanti.

Impianti di compostaggio, il documento Anci

Questo il documento finale.

I sindaci, o i loro rappresentanti, dei comuni ospitanti impianti di compostaggio da realizzare (Afragola, Battipaglia, Cancello e Arnone, Casal di Principe, Castelnuovo Cilento, Chianche, Fisciano, Marigliano, Giugliano in Campania, Pomigliano d’Arco) riuniti oggi presso la sede dell’Anci Campania con il presidente Domenico Tuccillo hanno preso in esame le problematiche scaturite dalla realizzazione del piano, anche alla luce delle novità introdotte dal disegno di legge regionale sulla ‘Semplificazione’.

I sindaci respingono una ricostruzione strumentale relativa alla loro responsabilità, e anzi ribadiscono ogni disponibilità alla realizzazione dei siti, come peraltro già espresso nelle manifestazioni di interesse inviate in Regione Campania. Tuttavia sollevano perplessità sul modo in cui si sta procedendo a realizzare il piano dei siti di compostaggio che, peraltro, non tiene conto di quelli già esistenti.

In particolare i sindaci rilevano, come già nella nota del Direttivo Anci dell’11 luglio, che non si possono condividere norme che appaiono gravemente lesive della potestà e dell’autonomia degli enti locali e che sottraggono ai Comuni ogni potere decisionale in materia di opere pubbliche di interesse strategico.
E’ sbagliato che, su temi sensibili per le popolazioni amministrate, si proceda con atti di imperio, con veri e propri commissariamenti mentre occorrerebbe dialogare con le comunità e i loro rappresentanti.

Per questo motivo, chiedono alla Regione di riaprire i canali dell’interlocuzione istituzionale, introducendo una flessibilità e rimodulazione anche sul piano della tipologia degli stessi.

Nel contempo sollecitano il presidente De Luca e il suo vice Bonavitacola, a promuovere al più presto un incontro al fine di arrivare a soluzioni eque e non calate dall’alto che tengano conto, come si era convenuto, di misure di accompagnamento e compensative a favore dei comuni ospitanti.  

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