Politica

Intervista a Gianfranco Rotondi, leader di RC

NAPOLI. Gianfranco Rotondi, classe 1960, DC Doc di scuola Irpina non demitiana, si definisce “depositario della memoria DC” contro tutti i populismi e da oltre un trentennio ha rappresentato l’area moderata del Berlusconismo. Dal 2015 ha fondato e presiede un suo movimento, Rivoluzione Cristiana, interno a Forza Italia.

L’intervista

On. Rotondi, si voterà il 4 marzo. Legge elettorale molto complessa, tutti in corsa per scegliere i candidati migliori e per chiudere accordi e alleanze all’ultimo momento, quali le insidie e le trappole secondo lei di questo Rosatellum Bis?

È una legge elettorale che non assicura un vincitore a causa della mescolanza di un impianto proporzionale e una correzione maggioritaria. Diciamo che per vincere con questa legge bisogna stravincere e con tre poli in campo mi sembra improbabile.

Preferenze SI o Preferenze No? Lei nel suo lungo percorso politico è stato eletto sia col meccanismo delle preferenze che nel listino bloccato. Quindi a buon diritto può certamente essersi fatto un’idea precisa in merito…

Ho fatto campagna elettorale con le preferenze e con la lista bloccata. Con le preferenze è più divertente, ma il risultato è lo stesso: le preferenze spesso sono una gara interna tra candidati che sanno già di essere eletti tutti. Nei partiti della prima repubblica si entrava in lista quando si deliberava un posto e dunque solo marginalmente la gara delle preferenze faceva vittime sul campo.

La storia politica italiana ci insegna che le elezioni si vincono al centro. Quanto la componente moderata potrà incidere nella coalizione di CDX?

Il centro non è un campo di battaglia ma un contenuto: le idee ricostruttive della DC di De Gasperi furono trainanti nello sviluppo del Paese, quindi il centro può essere rivoluzionario oltre che moderato. Il ruolo della DC in questi ultimi anni è stato ricoperto da Silvio Berlusconi e da Forza Italia e continuerà a farlo.

Vede una Forza Italia a trazione moderata o spinta invece verso posizioni più filo Salviniane in questa campagna elettorale che sta per cominciare?

Intanto Matteo Salvini non è un pericoloso estremista ma il segretario di una forza di governo che assicura alle regioni del Nord risultati amministrativi invidiati da tutte le altre regioni. Dalla Lega ci separano posizioni diverse su immigrazione ed Euro ma non al punto da non poter chiudere un accordo.

La Quarta Gamba “noi con L’Italia” ha da poco stretto l’accordo con l’UDC di Cesa… Come mai lei non ha seguito il progetto democristiano e popolare di CDX optando invece di rimanere con Forza Italia?

Nel 1995 con Buttiglione spaccammo il Ppi per costruire assieme a Forza Italia una forte sezione italiana del PPE. Oggi che quell’obiettivo è centrato, perché tornare indietro verso frazionismi identitari?

Facciamo il punto politico in Campania. Ciriaco De Mita lascia l’UDC e ripresenta un nuovo progetto politico di rilancio democristiano 2.0 con “l’Italia è popolare” nel CSX. Quanto potrà essere determinante per gli equilibri politici campani?

De Mita è De Mita, non si presta a essere diluito negli schemi dell’oggi. Realisticamente penso che centrerà i propri obiettivi ma non influenzerà più di tanto il risultato nei collegi.

Stiamo sempre in Campania. È di queste ore la notizia della scelta di Matteo Renzi di candidarsi in Campania. Come la giudica?

La candidatura di Matteo Renzi in Campania è solo uno spot elettorale, non basterà a far dimenticare la distrazione totale del suo governo verso Napoli e il Sud.    

Dal Sud può ripartire il rilancio di Forza Italia, da campano e politico di grande esperienza sui territori, che consiglio si sente di dare ai dirigenti campani di Forza Italia per trovare la c.d. quadra per riportare alla vittoria il CDX?

Siamo federati a Forza Italia da molti anni e dunque conosco il valore delle donne e degli uomini forzisti della Campania: penso che ci siamo le energie per quella svolta che riporti il CDX alla guida di Napoli e della Campania. 

In ultimo, il problema drammatico della disoccupazione giovanile in Campania e in tutto il Meridione d’Italia. Quali sono i punti di forza del programma messo in campo dal Presidente Silvio Berlusconi per creare più lavoro per i giovani del mezzogiorno?

FLAT tax e reddito d’inclusione sono le proposte forti con cui Berlusconi approccia il tema della disoccupazione: senza un fisco amico l’impresa muore e senza impresa non ci sarà né sviluppo nè occupazione.

Enrico Marotta

 

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