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Istat: “In Italia solo il 3% delle imprese è a transizione digitale”

NAPOLI. “Solo il 3% delle imprese italiane ha operato in modo compiuto la transizione digitale”, mentre “ben il 63% si dice indifferente” ai vantaggi dell’innovazione. Lo ha detto il presidente dell’Istat, Giorgio Alleva, illustrando nel corso di un convegno sulla banda larga all’Agcom lo studio “Il ruolo dei dati nello sviluppo digitale in Italia”.

L’indagine Istat sulle imprese

La piccola porzione di aziende completamente digitalizzate, ha aggiunto Alleva, “ha un peso del 24% sul valore aggiunto del Paese e raccoglie il 13% degli addetti totali”. Si tratta quindi soprattutto di aziende medio-grandi. Malgrado l’altissima quota di “indifferenti”, a giudizio di Alleva il segmento su cui la politica è chiamata a svolgere un ruolo attivo è quello relativo alle imprese che, per così dire, vogliono ma non possono: è quel 22% che si dimostra “sensibile” alla digitalizzazione, ma “vincolata da un punto di vista del capitale materiale e umano”.

La politica, quindi, “deve intervenire per facilitare la riduzione di questi vincoli”. C’è poi, infine, una quota del 9,7% definita “in transizione”, vale a dire che non ha ancora compiuto la trasformazione, ma non è frenata da alcun vincolo.

A dimostrazione dell’utilità della digitalizzazione, Alleva ha sottolineato che “la produttività aumenta all’aumentare della sensibilità nei confronti del ruolo svolto dalla trasformazione digitale”. Non solo: in tutte le classi di addetti, fra le digitalizzate, un’impresa su due ha aumentato i posti di lavoro di circa il 3,5% nel 2016-2017, contro il +0,6% del totale del sistema.

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