Curiosità

Italia fuori dai Mondiali: l’ironia dei social tra battute e frecciatine

NAPOLI. L’Italia del pallone si è risvegliata fuori dai Mondiali, ancor prima di metterci piede. Non accadeva da 60 anni ed è la seconda volta nella storia del calcio che la nostra Nazionale non partecipa alla fase finale della competizione iridata. Al di là delle analisi serie (o seriose) che continuano a susseguirsi dal triplice fischio che ha messo fine alla sfida di San Siro contro la Svezia, in Italia oggi impazza anche l’ironia. E i social, in questo caso, rappresentano sempre il carro trainante.

 

Ventura come Napoleone e Hitler

 

Da Facebook a Twitter, passando per Instagram, ognuno vuole dire la sua sulla clamorosa debacle dell’Italia calcistica. I prossimi Mondiali si disputeranno in Russia e, proprio per questo, una delle battute che sta spopolando di più sui social paragona il povero  Gian Piero Ventura a due controversi condottieri del passato. Anche se si tratta di tutt’altro genere, l’effetto comico è abbastanza dell’immagine è abbastanza efficace:


Italia


 

Ma la lama dei social non trova pace finché non trafigge fino in fondo il bersaglio di turno. Gli Autogol, ad esempio, ripropongono una nuova versione della furia di Hitler che danno anni impazza tra le parodie del web:

 

 

Calciatori Brutti, da parte loro, affrontano la delusione di un’Italia lontanissima dai fasti di Germania 2006 con un’ironia tanto divertente da far tristezza: una foto di Beppe Bergomi e Fabio Caressa con la didascalia: “Andiamo a Gallipoli, Beppe”. Così, giusto per rievocare i tempi che furono e chissà quando torneranno ad essere. Ma non solo. Come altre testate e pagine web, anche Calciatori Brutti hanno ripescato una dichiarazione di Ventura risalente al 2009 che vale la pena riascoltare all’indomani del fallimento della sua Italia.

 

 

Se Facebook colpisce con i video, Twitter punta come sempre sui messaggi brevi e le foto. C’è chi torna ora “comprende” il gesto di protesta di Graziano Pellè:

 

C’è chi continua l’analogia tra calcio e guerra:

E, infine, chi proprio non vuole rinunciare all’aspetto più divertente che i Mondiali e gli Europei riescono a portarsi dietro:

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